Nuova Delhi - Circa un milione di bancari hanno paralizzato oggi il settore in India, con uno sciopero generale per protestare contro il pesante impatto causato dal ritiro delle banconote da 500 e mille rupie, deciso dal governo a novembre scorso. I bancari protestano anche contro la temuta privatizzazione degli istituti di credito.
Il leader del sindacato bancari Aibea, C. H. Venkatachalam, ha riferito che oggi "nessun servizio e' stato disponibile, ne' i versamenti ne' il prelievo e in molti luoghi i bancomat erano gia' vuoti nella mattinata". L'adesione allo sciopero e' stata massiccia, con la partecipazione degli iscritti a sette sigle sindacali e l'esclusione soltanto di due organizzazioni minori affiliate al BJP, il partito di governo. La protesta ha interessato anche gli istituti pubblici, incluse la Banca centrale, le casse rurali regionali e i dipendenti presso le filiali di banche estere iscritti a sindacati indiani.
L'8 novembre scorso, con un provvedimento a sorpresa del premier Narendra Modi, il Governo ritiro' dalla circolazione i biglietti da 500 e da mille rupie (dal valore rispettivamente corrispondente a 7,5 e 15 dollari), causando una grave crisi di liquidita' che si e' prolungata settimane e ha originato enormi file di clienti per prelevare contanti, sia agli sportelli sia alle casse automatiche. Malgrado il Governo abbia rimosso quasi tutte le restrizioni al prelievo imposte dopo il ritiro delle banconote, le banche domandano di essere compensate per tutte le spese sopportate a seguito della misura.
"Il Governo deve risarcire le banche per 40 miliardi di rupie", ha detto Venkatachalam. Una compensazione e' rivendicata anche dai dipendenti, che sono stati costretti per settimane a espletare turni di lavoro straordinari. Le banche infine paventano una politica dell'Esecutivo mirante alla privatizzazione del settore. I sindacati auspicano il raggiungimento di un accordo con il Governo e annunciano, se questo non riesca, nuovi scioperi.