Teheran - Gli archeologi italiani tornano a fare ricerche dopo 40 anni nel sito della "Citta' Bruciata", tra i piu' misteriosi e ricchi dell'eta' del bronzo collocato nella parte nord-orientale del Paese. Docenti e ricercatori del dipartimento di Beni culturali dell'Universita' del Salento, iniziano il 27 gennaio le indagini scientifiche nel sito archeologico, in persiano Shahr-e-Sukhte', patrimonio dell'Umanita' e secondo sito dell'intero Medioriente per estensione. Giuseppe Ceraudo, Girolamo Fiorentino, Pierfrancesco Fabbri, Claudia Minniti, Veronica Ferrari e Paola Guacci, insieme al professor Enrico Ascalone dell'Universita' di Copenhagen, stanno per partire verso il sito iraniano per condurre un progetto di ricerca multidisciplinare.
LA CITTA' BRUCIATA
Portata alla luce nel 1915 dal britannico Orwell Stein, la citta' culla di una civilta' misteriosa e abitata tra il 3200 e il 1800 a.C., fu teatro del lavoro di una squadra di archeologi italiani, dell'Istituto per gli Studi Orientali e del Medioriente, che iniziarono gli scavi nella zona nel 1960. Gli italiani portarono alla luce oltre 200 tombe prima che il loro progetto venisse interrotto nel 1977. Nel 1997, gli esperti dell'Organizzazione per il Patrimonio Culturale iraniano hanno ripreso gli scavi nell'antico sito; vennero esaminate le zone piu' colpite dall'incendio fatale e piu' tardi, nel 1999, gli scavi inclusero pure le aree residenziali. Gran parte delle aree scoperte risalgono allo spazio tra il 2700-2300 a.C. ed hanno riportato alla luce centinaia di oggetti ed utensili che sono stati sottoposti allo studio dei ricercatori dell'ICHTO, l'Organizzazione iraniana per il Patrimonio Culturale, l'Artigianato ed il Turismo.
LE SCOPERTE PIU' FAMOSE (IN PARTE ITALIANE)
- Il calice "cartone animato": il calice di argilla color crema, trovato nel 1983 da archeologi italiani in una tomba di 5.000 anni fa', ritrae cinque immagini; si tratta di cinque immagini consecutive che mostrano il movimento di una capra che si sta spostando verso un albero per mangiare le sue foglie. In pratica, facendo girare velocemente il calice e guardandolo, si puo' vedere quella che e' stata la prima esperienza umana delle immagini animate.
- La protesi all'occhio della principessa: nel dicembre 2006, gli studiosi hanno dissotterrato un bulbo oculare artificiale che apparteneva allo scheletro di una donna di 182 cm, probabilmente una principessa vissuta tra il 2900 ed il 2800 a.C.; il bulbo oculare ha una forma sferica con un diametro di poco piu' di 2,5 cm ed e' di materiale leggero; la superfice e' coperta con un sottile strato d'oro, inciso con un cerchio centrale per rappresentare la pupilla. L'occhio veniva tenuto fermo con un filo d'oro, che passava attraverso piccoli fori realizzati su entrambi i lati dell'occhio.
- Il Backgammon piu' antico del mondo: ritrovato al completo con tanto di dadi e semi di cumino usati per giocare.
- Le donne vivevano il doppio degli uomini: nel giugno del 2009, gli archeologi iraniani hanno annunciato che gli uomini della citta' morivano tra l'eta' di 35 e 45 anni, mentre le donne arrivavano pure agli 80 anni. Quale era il segreto di questa longevita' femminile? Gli studiosi spiegano anche che la popolazione femminile era certamente superiore a quella maschile. La popolazione complessiva della Citta' variava tra le 5 mila e le 6 mila persone.
- Niente armi: erano agricoltori, artisti ed allevatori, ma negli scavi non sono state trovate armi di alcun genere. Non sono state trovate nemmeno delle mura attorno alla citta.
VALORE DELLA MISSIONE ITALIANA
La firma stessa dell'accordo con l'Italia, nato per iniziativa di Francesca Baffi, docente di Archeologia e Storia dell'arte del Vicino Oriente antico, e che autorizza l'Ateneo salentino a operare e sviluppare il progetto di ricerca di concerto con le competenti autorita' iraniane, e' segno delle ottime relazioni Teheran-Roma nel settore culturale ed una dimostrazione della volonta' di un rafforzamento di esse da parte della Repubblica islamica.