Pechino - Gli investimenti cinesi in europa superano di quattro volte quelli europei in Cina nel 2016. E' il risultato di uno studio condotto dal gruppo di ricerca Rhodium Group e dal Mercator Institute for China Studies di Berlino, che fissa a 35,1 miliardi di euro (con un incremento del 77% rispetto all'anno precedente) il valore delle acquisizioni cinesi sul mercato europeo e a soli otto miliardi di euro il valore delle operazioni europee nel gigante asiatico, in calo per il secondo anno consecutivo. Tra il 2000 e il 2016, l'Italia e' al terzo posto tra le destinazioni degli investitori cinesi nel vecchio continente, a quota 12,8 miliardi di euro, dietro la Gran Bretagna (a 23,6 miliardi) e la Germania, in seconda posizione a 18,8 miliardi di euro. Al quarto posto, la Francia, che ha ricevuto investimenti da Pechino per 11,4 miliardi di euro dall'inizio del millennio.
Proprio Gran Bretagna e Germania, con l'acquisizione da 4,4 miliardi di euro del gruppo di robotica Kuka da parte del colosso industriale cinese Midea, hanno contato per oltre la meta' degli investimenti cinesi in Europa lo scorso anno. Le cifre degli investimenti hanno, pero', allarmato i vertici cinesi. "La rapida crescita dell'attivita' di investimenti globali delle societa' cinesi hanno innervosito i leader cinesi e ha innescato una nuova stretta dei controlli amministrativi contro certi tipi di transazioni", sottolineano i ricercatori nel rapporto. Al contrario, il dato degli investimenti delle imprese europee in Cina sono condizionati dalle barriere di accesso al mercato interno. "Il gap crescente nei flussi di investimenti aumenta le percezioni europee di una fondamentale mancanza di "reciprocita'" tra Ue e Cina", spiega il rapporto di Rhodium e Mercator Institute. Sempre secondo i calcoli del Rhodium Group, il 2016 ha visto anche un record di investimenti cinesi negli Stati Uniti, a quota 46,5 miliardi di dollari nei dodici mesi da poco conclusisi, triplicando i valori del 2015, quando le fusioni e acquisizioni di Pechino negli States si erano fermate alla pur sempre ragguardevole quota di 15 miliardi di dollari. In totale, gli investimenti cinesi otubound nel 2016 si aggirano attorno a quota duecento miliardi di dollari, anche se i dati ufficiali completi non sono ancora stati resi noti, con un particolare interesse nei settori della tecnologia e del manifatturiero avanzato e un forte calo nel settore immobiliare. Le cifre da capogiro non sembrano pero' destinate a replicarsi in futuro: le incertezze di Pechino sul controllo dei capitali e il cambio di atteggiamento da parte dei politici europei nei confronti degli investimenti provenienti da Pechino vengono visti dallo studio come gli ostacoli maggiori al protrarsi del trend dello scorso anno. (AGI)
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