Roma - L'Italia ha enormi opportunita' in Iran dopo la rimozione di buona parte delle sanzioni e le esportazioni italiane, secondo quanto si stima, potrebbero quasi raddoppiare, salendo fino a 3 miliardi entro il 2018. A parlare, in un'intervista con l'AGI in occasione della grande kermesse dell'Iran Country Presentation alla Fiera di Roma, e' il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova. "Come governo, abbiamo puntato con decisione sulla ripresa dei rapporti economici con l'Iran, e con successo. Non tutti gli ostacoli sono ancora rimossi, ma e' fondamentale che il nostro sistema Paese, che prima delle sanzioni aveva intensi rapporti economici con l'Iran, si sia posizionato in maniera coordinata e mirata rispetto alle opportunita' che si sono aperte, e che possiamo cogliere operando nel solco di un rapporto tradizionalmente proficuo" ha spiegato Della Vedova. "Non dimentichiamo la visita in Iran nel dicembre 2013 di Emma Bonino, allora ministro degli Esteri, che sostenne con Rohani l'esigenza di andare avanti speditamente nel negoziato sul nucleare".
- PERCHE'' L'IRAN HA SCELTO L'ITALIA?
"La scelta iraniana di tenere proprio a Roma questo importante evento testimonia la natura speciale dei legami storici e culturali, ma anche economici, tra l'Italia e l'Iran. Siamo il secondo partner commerciale europeo dell'Iran dopo la Germania, con un interscambio nel 2015 di 1,7 miliardi di euro, in crescita di oltre il 6 per cento rispetto al 2014. Con la rimozione di buona parte delle sanzioni, si stima che le esportazioni italiane possano quasi raddoppiare, salendo fino a 3 miliardi entro il 2018. Come governo, abbiamo puntato con decisione sulla ripresa dei rapporti economici con l'Iran, e con successo. Non tutti gli ostacoli sono ancora rimossi, ma e' fondamentale che il nostro sistema Paese, che prima delle sanzioni aveva intensi rapporti economici con l'Iran, si sia posizionato in maniera coordinata e mirata rispetto alle opportunita' che si sono aperte, e che possiamo cogliere operando nel solco di un rapporto tradizionalmente proficuo. Non dimentichiamo la visita in Iran nel dicembre 2013 di Emma Bonino, allora ministro degli Esteri, che sostenne con Rohani l'esigenza di andare avanti speditamente nel negoziato sul nucleare".
- QUALI PROSPETTIVE APRE QUESTA FIERA E QUALI SONO STATE LE NOVITA' CONCRETE DOPO L'IMPLEMENTATION DAY PER LE AZIENDE ITALIANE?
"Dopo il Business forum tenuto a Roma all'inizio di quest'anno in occasione della visita del Presidente Rouhani, questa Country presentation e' un'ulteriore occasione per presentare alle aziende italiane le opportunita' che l'Iran offre, soprattutto nei settori nei quali l'economia iraniana, dopo gli anni dell'isolamento, ha una forte necessita' di ammodernamento. Penso alle grandi infrastrutture, all'energia, alla siderurgia e all'automotive. Il governo iraniano mira ad attrarre tra i 30 e i 50 miliardi di dollari di investimenti esteri annui per finanziare il rilancio della propria economia, quindi non mancheranno le opportunita'. Non vanno inoltre trascurate le potenzialita' per i nostri beni di consumo di un mercato di 80 milioni di abitanti la cui classe media guarda con grande interesse ai prodotti del Made in Italy.
L'impegno del governo dopo l'avvio dell'applicazione dell'intesa raggiunta nel luglio 2015 ha consentito un forte rilancio delle relazioni a tutti i livelli, a partire dalla visita dell'agosto 2015 dei ministri Paolo Gentiloni e Federica Guidi, seguita in autunno da missioni economiche guidate dall'allora vice ministro Carlo Calenda e poi dai ministri Maurizio Martina e Graziano Delrio, fino alla citata visita in Italia del Presidente Rohani a gennaio e del presidente del Consiglio Matteo Renzi ad aprile, che hanno avuto anch'esse una forte dimensione economica. Allo stesso tempo, sono state poste le premesse per la ripresa dell'operativita' in Iran di SACE e del sistema bancario italiano, strumenti fondamentali per le nostre imprese. Importante e' anche il ruolo dei rispettivi sistemi fieristici, come dimostra il successo dell'impegno profuso dalla nuova Fiera di Roma e personalmente dal suo presidente, Pietro Piccinetti, per realizzare questa importante iniziativa qui a Roma".
- QUALE SARA' L'IMPATTO DEL RISULTATO DELLE ELEZIONI USA SUI RAPPORTI CON L'IRAN? CI SARA' UNA TRIANGOLAZIONE CON RUSSIA E CINA? E L'EUROPA?
"In attesa di conoscere la composizione e la linea della squadra del nuovo Presidente che si insediera' a gennaio 2017, ogni valutazione circa l'effetto delle recenti elezioni presidenziali sulla politica estera degli Stati Uniti e' chiaramente prematura. C'e' chi pensa che le politiche del Trump presidente si discosteranno dai proclami del Trump candidato. Personalmente sono scettico. Se dobbiamo - come credo - basarci sulle dichiarazioni della campagna elettorale e dalle successive designazioni dei primi alti incarichi nel campo della sicurezza della futura Amministrazione, non si puo' escludere un cambiamento di rotta nei confronti dell'Iran rispetto alla linea seguita dall'Amministrazione Obama, quella che per intenderci ha portato all'accordo sul nucleare iraniano. Allo stesso tempo il Presidente-eletto sembra cercare un riavvicinamento alla Russia di Putin, che e' tradizionalmente vicina a Teheran, come vediamo anche in Siria. Quale sara' la risultante di questi due orientamenti divergenti e' difficile prevedere oggi". "Il mio auspicio - ha proseguito Della Vedova - e' che Teheran colga l'occasione offerta dall'intesa sul nucleare - che oltre agli Stati Uniti coinvolge anche l'Europa, la Cina e la Russia ed e' stata fatta propria dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite - per sviluppare una sempre maggiore collaborazione con la Comunita' internazionale al fine di allentare le tensioni regionali, affrontare in modo costruttivo sfide e minacce comuni ed accrescere la fiducia reciproca tra le due sponde del Golfo, area chiave per la stabilizzazione di tutto il Medio Oriente. Mi aspetto quindi che le difficolta' che gli operatori continuano ad incontrare, soprattutto legate alle transazioni finanziarie, possano proseguire, soprattutto per effetto di aspettative del settore finanziario statunitense verso un diverso approccio dell'amministrazione USA che si insediera' a gennaio. A volte le previsioni si autorealizzano".