Roma - Bank of Communications (Lussemburgo) S.A. sceglie Roma per aprire la prima filiale italiana. "Saremo un ponte finanziario tra Italia e Cina": lo ha dichiarato oggi il presidente dell'istituto finanziario, Niu Ximing, all'inaugurazione della sede tricolore della quinta maggiore banca commerciale cinese controllata dallo Stato, organizzata in collaborazione con la Fondazione Italia Cina e moderata dal prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, Giuliano Noci. L'apertura della sede romana - che avra' sede in Piazza Barberini - segue di pochi giorni l'inaugurazione delle filiali di Londra (9 novembre), Parigi (15 novembre) e Lussemburgo (17 novembre), facendo salire il numero delle sedi estere a 20, distribuite in 16 paesi. Una strategia di espansione, dunque, che punta a rafforzare la presenza istituzionale in Europa e offrire un maggior numero di servizi (anche locali), principalmente rivolti alle imprese (corporate banking): entro il 2020, aveva dichiarato giorni fa Niu Ximing a Xinhua, "avremo 25 sedi estere".
Perche' Bank of Communications - un colosso da 52,6 miliardi di yuan di ricavi (7,61 miliardi di dollari) nei primi 9 mesi del 2016 - sbarca a Roma? L'Italia ha una posizione strategica: secondo Paese manifatturiero in Europa dopo la Germania, quinto partner commerciale europeo, e' oggi tra i maggiori destinatari degli investimenti cinesi all'estero (oltre 12 miliardi di dollari), in crescita per volonta' del governo cinese il quale e' determinato ad agevolarli anche attraverso i canali di cooperazione finanziaria. "L'apertura della filiale romane di Bank of Communication e' un esempio importante della collaborazione sempre maggiore tra Italia e Cina", ha detto l'ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu, intervenuto alla cerimonia. "Al vertice informale di Pula (Cagliari) di mercoledi' scorso, il presidente Xi e il premier Renzi hanno ribadito la volonta' di rafforzare la cooperazione nell'ambito dell'iniziativa cinese "One Belt One Road" (la "Nuova Via della Seta, il progetto di sviluppo infrastrutturale sul quale la Cina ha gia' investito 84 miliardi di dollari tra gennaio e ottobre) - ha aggiunto Li -. Dobbiamo portare avanti una strategia win win anche nel settore dei servizi finanziari". Nell'ottobre dello scorso anno Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), la piu' grande banca al mondo con asset per oltre 3mila miliardi di euro, aveva raddoppiato la presenza in Italia con un nuova filiale a Roma, dopo quella milanese. Con l'apertura di Bank of Communication, sale cosi' a quattro il numero degli istituti delle banche cinesi in Italia: oltre a ICBC, Bank of China e China Construction Bank. Favorire cooperazione e scambi: "Il nostro ruolo - ha chiarito Niu - e' fare da ponte tra aziende italiane e cinesi per realizzare investimenti". Affiancare i clienti nelle attivita' di internazionalizzazione. "Crediamo che grazie alla ristrutturazione e al rinnovamento economico della Cina - ha detto Niu - l'interdipendenza delle nostre economie sara' sempre maggiore e nasceranno nuove opportunita' di cooperazione sino-italiana. Oltre a lavorare insieme sull'iniziativa "One Belt One Road" - ha proseguito il presidente della banca cinese - l'aerea di cooperazione si e' ampliata con il progetto "Made in China 2025" (il piano per l'innovazione del settore manifatturiero)".
Le piattaforme finanziarie devono quindi sostenere gli investimenti e l'interscambio commerciale, che oggi e' pari a 44 miliardi di dollari. "L'apertura della sesta filiale di una banca cinese in Italia e' un segnale di fiducia del governo cinese nei confronti del sistema Italia", ha dichiarato l'ambasciatore italiano in Cina Ettore Sequi, intervenuto alla cerimonia in diretta skype da Pechino. Anche l'internazionalizzazione dello yuan, la valuta cinese, ha compiuto passi in avanti: "Trent'anni fa il Renminbi (letteralmente, "valuta del popolo") non poteva essere utilizzato per gli acquisti all'estero - ha spiegato Sequi -, oggi ha fatto il suo ingresso nel paniere dei diritti speciale di prelievo del FMI". L'inclusione tra le valute di riserva globali - che sara' effettiva a partire dal 1 ottobre 2016 - segna un'altra tappa per l'ascesa del Paese asiatico a potenza economica globale.
Ma per crescere abbiamo bisogno di sfruttare la complementarita' che esiste tra i nostri sistemi industriali. In altre parole: "Do it with Italy". E' questo, secondo Sequi, il nuovo concetto che definisce l'evoluzione dei rapporti tra Italia e Cina: "Possiamo investire insieme nei paesi terzi", sottolinea l'ambasciatore. Che rapporto dobbiamo avere con la Cina? "E' un paese che ci obbliga a crescere e che oggi ci colpisce soprattutto per la sua velocita' digitale. Se la visione dell'Europa e' profonda, quella degli Usa e' ampia, quella della Cina e' lunga, quella dell'Italia deve essere veloce", auspica Sequi.
La leadership cinese, dunque, guarda lontano. E vede nell'Italia una grande opportunita', una sponda, in un quadro globale dominato da fattori di instabilita'. Ma serve un maggiore sforzo di coordinamento a livello internazionale: "Abbiamo cercato di realizzare nuove politiche monetari e fiscali, di promuovere gli investimenti mentre facevamo le riforme strutturali - ha spiegato il vicepresidente di Iai (Istituto Affari Internazionali), Fabrizio Saccomanni - "Ma la crescita e' ancora insufficiente". Il ruolo dell'Italia e dell'Europa nell'iniziativa cinese One Belt One Road, l'adesione dell'Italia alla Banca di Sviluppo Asiatica (AIIB), sono "iniziative che vanno potenziate e coordinate a livello internazionale". Il sistema monetario internazionale si sta evolvendo "anche grazie all'inclusione dello yuan nel paniere dei diritti speciali di prelievo", ha concluso Saccomanni.
Bank of Communications si piazza al 36esimo nella lista di Forbes. Dietro ai numeri c'e' "un secolo di innovazione". Nata nel 1908, nel biennio 1908-1909 e' la prima banca cinese ad aprire una sede all'estero. Non solo. E' il primo istituto di credito a investire sulle infrastrutture, contribuendo alla costruzione delle ferrovie dello stato. Nel 2004 e' la prima banca ad attrarre investimenti esteri. Partner di Expo Shanghai nel 2008, Bank of Communications e' anche la prima banca a emettere titoli in Rmb. (AGI)