Roma - La distensione dei rapporti con Israele avra' come effetto "il passaggio del gas naturale dal Mediterraneo orientale verso il mondo intero attraverso la Turchia", uno sviluppo "molto importante che avra' influenze positive". Ne e' convinto il ministro dell'Economia turco, Nihat Zeybekci, che in un'intervista all'AGI ricorda come lo Stato ebraico sia "un partner commerciale molto importante, lo e' sempre stato" e tale "resta", con "5 miliardi di dollari interscambio".
Dopo sei anni di tensione diplomatica, a fine giugno Ankara e Gerusalemme hanno raggiunto un accordo di riconciliazione. Tra i punti dell'intesa, il pagamento di 20 milioni di euro da parte dello Stato ebraico come risarcimento per la morte di 10 attivisti turchi nel raid delle teste di cuoio israeliane sulla nave Mavi Marmara che nel giugno 2010 era in rotta verso Gaza per cercare di forzare il blocco. Inoltre, Israele ha dato il via libera all'invio di aiuti umanitari turchi nell'enclave palestinese attraverso pero' il porto di Ashdod. In cambio, Ankara si e' impegnata a non perseguire i militari israeliani coinvolti nell'operazione.
La normalizzazione dei rapporti permettera' di sviluppare il progetto per portare il gas del giacimento israeliano Leviatano in Europa attraverso un gasdotto che passera' per la Turchia, con ricadute positive per entrambi i Paesi coinvolti. Israele non e' l'unico tassello nella politica di distensione attuata recentemente dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Dopo la crisi causata dall'abbattimento di un caccia russo da parte di due F-16 turchi nei cieli della Siria nel novembre scorso, alla fine di giugno Ankara e Mosca hanno ripreso gradualmente il dialogo, percorso culminato nell'incontro tra Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo il 9 agosto.
Una ritrovata intesa che apre a una nuova stagione nei rapporti economici tra Turchia e Russia, come ha auspicato lo stesso Zeybekci che nell'intervista ha indicato "l'obiettivo molto ambizioso di aumentare a 100 miliardi di dollari l'interscambio commerciale". "Stiamo effettuando i passi necessari per raggiungerlo - ha aggiunto - vorremmo liberalizzare il nostro commercio in vari settori, a cominciare da quelli prioritari come infrastrutture, energia, turismo, agricoltura e metallurgia".
Ankara, infatti, nonostante le recenti turbolenze politiche, e' piu' decisa che mai a continuare sulla strada della crescita e dello sviluppo economico, rassicurando imprese e investitori sulla tenuta del Paese e sui tanti progetti da realizzare. Proprio questo e' lo scopo della visita compiuta in Italia dal ministro, parte di quella "campagna informativa" lanciata "per eliminare tutti i dubbi e le preoccupazioni sulla stabilita' economica del nostro Paese".
E da questo punto di vista, ha sottolineato Zeybekci, la reazione e' stata generalmente di fiducia. Anche la decisione di Fitch della settimana scorsa di confermare il rating della Turchia ma di rivedere l'outlook da stabile a negativo ce la "potevamo pure aspettare alla luce dei fatti recenti", ha confermato il ministro. Che ha aggiunto, "siamo venuti qui apposta, dobbiamo soprattutto combattere la percezione sbagliata" che si ha della Turchia in questo momento e "far capire a imprenditori e societa' civile che ci impegneremo al massimo per superare questo periodo nel modo migliore, subendo il minor danno possibile".
Dopo il tentato golpe del 15 luglio scorso, "siamo riusciti a ridurre al minimo i danni grazie alla grande fiducia di investitori e cittadini che ha dato i risultati desiderati". Anche Moody's "non si e' pronunciata ma ha lasciato il suo giudizio invariato. Non voler valutare la Turchia e la sua credibilita' in un momento difficile e' una dimostrazione di fiducia". (AGI)
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