Sud Sudan: Cuamm, 100mila persone a rischio morte per fame

Sud Sudan: Cuamm, 100mila persone a rischio morte per fame
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Milano - Oltre 100mila persone del Sud Sudan sono a rischio morte per fame. Il drammatico allarme e' stato lanciato dalle agenzie delle Nazioni Unite e ribadito con forza dal direttore di Medici con l'Africa Cuamm, don Dante Carraro, una organizzazione umanitaria italiana che opera nel Sud Sudan da diversi anni, impegnata nell'ambito sanitario con particolare attenzione ai problemi che riguardano i piu' piccoli. "Nei giorni scorsi - scrive don Dante - ero in Sud Sudan e mentre ero li' il governo del paese ha ufficialmente dichiarato una nuova e terribile emergenza: la fame. Sta colpendo principalmente lo Stato di Unity, nel nord del paese, area che confina per larga parte con lo Stato dei Laghi, dove noi del Cuamm operiamo".

Le agenzie internazionali delle Nazioni Unite hanno diffuso un comunicato congiunto in cui si richiama con forza l'attenzione sulla situazione di emergenza: 100mila persone stanno rischiando di morire di fame in questa regione e, se non si interviene immediatamente, si teme che circa la meta' della popolazione sud sudanese (5 milioni e mezzo) arrivi, entro luglio, a non avere accesso al cibo.

"Quello che piu' da' amarezza e sconforto - continua il direttore del Cuamm - e' che in questo caso l'emergenza e' dettata da un contesto di insicurezza, da una guerra civile per cui la gente muore o scappa. E' l'insipienza dell'uomo che la sta causando. A morire di piu' sono, ancora una volta, le mamme e i bambini, dove l'odio porta a uccidere i propri fratelli, a seminare morte e disperazione. Il timore e' che l'emergenza dilaghi e non rimanga confinata nello Stato di Unity".
Vincenzo, medico Cuamm a Cueibet (Stato di Gok) scrive: "Si e' notato, in questo periodo, un aumento dei casi di malnutrizione in ospedale, soprattutto nei piccoli sotto i 5 anni. Il fenomeno e' legato, in questa area, alle gravi ripercussioni di un'economia inesistente che ha portato al collasso la moneta sud-sudanese, alla poverta' e all'arretratezza di questa popolazione. Le ripercussioni di cio' che sta accadendo nelle zone vicine si percepiscono anche qui, ma saranno ancora piu' evidenti nei prossimi mesi". Mentre Flavio, direttore sanitario dell'ospedale di Yirol aggiunge: "La fame fa paura anche a Yirol. Qui non ci sono raccolti persi perche' i dinka sono un popolo di allevatori e pastori, ma il prezzo della farina e del riso, alla base della loro alimentazione, e' ormai proibitivo soprattutto per la parte piu' povera della popolazione che vive nei villaggi piu' distanti".

Cuamm sta gia' lavorando a due importanti progetti per sostenere il trattamento della malnutrizione severa in 78 centri sanitari periferici. L'obiettivo e' mettere in trattamento 9.600 bambini al di sotto dei 5 anni. L'organizzazione umanitaria, spiega don Dante, e' sul campo con 1.023 operatori locali e 53 internazionali, di cui una ventina italiani.
"E' difficile per noi, in Italia, capire fino in fondo cosa significa morire di fame - conclude il direttore del Cuamm -. Ma proviamo per un attimo a immedesimarci in quelle donne che arrivano agli ospedali di Yirol e Cueibet o al centro di salute di Maper, con i loro bimbi malnutriti, piccoli che magari hanno 1 anno e pesano 5-6 chilogrammi. Penso a quanto difficile puo' essere per un padre non avere cibo da dare ai propri figli che te lo chiedono insistentemente, non per un capriccio o per attirare l'attenzione, ma solo perche' hanno fame. E non riesco a rimanere indifferente".