(AGI) - Juba, 26 lug. - "Le strade sono deserte, i negozi sono stati saccheggiati e i commercianti costretti ad andar via". Lo racconta da Juba, capitale del Sud Sudan, padre Jackson, responsabile educativo della st Kizito, una scuola elementare che ospita piu' di 2mila bambini del quartiere di Munuki, uno dei piu' colpiti dalle violenze del 9 luglio. "L'intenzione e' quella di tenere aperta la scuola, per riportare in classe tutti gli studenti, che continuano a rimanere in casa per paura. Ma per farlo abbiamo bisogno di cibo per i nostri ragazzi".
L'approvvigionamento alimentare e' una delle priorita' non solo a Juba ma in tutto il Sud Sudan. A causa degli scontri dell'8 e 9 luglio, in capitale, sono state chiuse le vie di accesso ai principali mercati del Paese, mentre i commercianti hanno rapidamente finito le scorte proprio nel periodo piu' critico: quello che precede la semina nei campi del Sud Sudan.
Le ultime violenze hanno riacceso un conflitto che dura ormai dal dicembre 2013 e continua a ripercuotersi pesantemente sulla popolazione. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite Ocha, le violenze hanno provocato oltre 36mila sfollati e si stima che quasi la meta' di loro non abbia un luogo in cui dormire e non possa accedere ad acqua, cibo e servizi igienici e sanitari di base. Circa 5mila sud sudanesi, gran parte donne e minori, sono scappati in Uganda e in Kenya in cerca di un rifugio sicuro.
Per queste ragione Avsi, ong italiana - presente nel Paese dal 2005 con numerosi progetti di sostegno alla popolazione -, ha dovuto sospendere per motivi di sicurezza molto gravi le attivita' nelle sue basi di Juba e nell'Eastern Equatoria, ma, nonostante cio', e' al lavoro per far fronte alla crisi alimentare e garantire la possibilita' di sfamarsi a quasi 3mila bambini e studenti, tra cui i ragazzi della St Kizito di padre Jackson.
"Ho fame, mamma" e' il titolo della campagna lanciata da Avsi con l'obiettivo di raccogliere 30mila euro per acquistare cereali, farina, olio e acqua. L'appello e' stato lanciato sui social ufficiali della ong e nel primo weekend ha gia' raccolto l'adesione di tanti donatori. (AGI)
Fea