(AGI) - Roma, 26 lug. - Nello stato del Borno, nord-est della Nigeria, e' in atto una crisi gravissima che rischia di rimanere sommersa: e' l'allarme lanciato da Jean-Herve' Bradol di Medici senza frontiere, appena tornato da una missione nelle "zone strappate di recente dalle mani di Boko Haram e gradualmente divenute accessibili" alle organizzazioni internazionali. Li' ha visto decine di migliaia di "sfollati raccolti in campi", con un bisogno disperato di "cibo, cure mediche, acqua potabile e ripari", "persone completamente dipendenti dall'assistenza esterna" in una situazione umanitaria disastrosa. E' alto il livello di mortalita', cosi' come quello di malnutrizione grave.
Raccontando la sua esperienza ai giornalisti a Roma, Bradol, specializzato in medicina tropicale e da quasi 30 anni impegnato in Msf, ha sottolineato le "precarie condizioni di sicurezza" per l'accesso alle zone riconquistate dall'esercito. Gli spostamenti sono condotti in "convogli militari, non e' nostra abitudine ma la zona e' insicura, i villaggi sono distrutti, ci sono mine". E' inoltre cominciata "la stagione delle piogge: le strade di collegamento sono in buono stato ma nel bush e' completamente diverso".
"La situazione a Maiduguri, capitale dello Stato, dove si trovano 1,4 milioni di sfollati, non e' buona ma non e' critica come nelle zone fuori citta'", ha proseguito Bradol, parlando decine di migliaia di persone ammassate e bisognose. La priorita' centrale resta "il cibo, ma anche rifugi, trattamenti contro la malaria e rifornimento d'acqua". A giugno, l'organizzazione internazionale ha riscontrato livelli molto alti di malnutrizione e mortalita' a Bama, la seconda citta' del Borno. I suoi abitanti, oltre 10mila, vivono in un campo, in 1.500 tra i piu' vulnerabili sono stati evacuati mentre il 15% dei bambini sono affetti da malnutrizione acuta severa.
Tra le criticita' riscontrate da Msf, c'e' la mancanza di un piano d'azione delle autorita' federali per affrontare l'emergenza, sebbene la crisi umanitaria sia molto grave. Da qui, la necessita di un'operazione di soccorso massiva, in particolare per le persone che si trovano in aree remote o isolate. "Se non verranno stabilite linee di rifornimento" di aiuti, ha sottolineato Bradol, "ci sara' un aumento delle morti. Ne abbiamo gia' viste tante di situazioni cosi'". (AGI)
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