(AGI) - Tripoli, 9 giu. - Il cosiddetto emiro dello Stato
islamico (Isis) a Sirte responsabile della raccolta della
zakat, la tassa prevista per i musulmani, e' stato ucciso
ieri nel corso di una serie di scontri a fuoco con le
milizie di Misurata. Secondo quanto riferiscono fonti locali
citate dal sito informativo libico "al Wasat", Hamed Maluqa
al Zlitini, questo il nome dell'esponente del sedicente
"califfato", e' stato ucciso poco fuori la citta' dagli
uomini dell'operazione "al Bunian al Marsus". Nel corso
della stessa operazioni sono stati fermati cinque terroristi
che si nascondevano in una casa nel quartiere al Zaafran di
Sirte, mentre il capo del gruppo, Mokhtar al Busiri, e'
riuscito a fuggire. Notizie non confermate parlano del
ferimento nella stessa battaglia del mufti' dell'Is a Sirte,
Hasan al Karami.
Le milizie libiche di Misurata fedeli al governo di accordo
nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite starebbero avanzato
in profondita' nella citta' costiera.
Secondo quanto sottolineato da Mohammed al Ghasri, uno dei responsabili dell'operazione "al Bunian al Marsus", le milizie hanno conquistato un ponte chiave all'interno della citta', utilizzato dagli estremisti per appendere i corpi dei loro nemici e sono attualmente a circa cinque chilometri dalla nota piazza Zafrana, teatro delle esecuzioni pubbliche. Nei combattimenti di ieri, secondo quanto sottolineato da al Ghasri ai media internazionali, sono rimasti uccisi 19 miliziani mentre altri 25 sono stati feriti.
Intanto sarebbero giunti oggi i rinforzi per le milizie dello Stato islamico asserragliate nella citta' in un ultimo tentativo per difendersi dall'offensiva in corso. Secondo quanto riferiscono fonti locali al sito informativo libico "al Wasat", i rinforzi sono composti da miliziani partiti dal villaggio di Harawa, in mano ai jihadisti, e schierati nella periferia sud di Sirte nelle zone di al Gharbiat, al Zafran e al Thahir. Si conta l'arrivo di oltre 60 veicoli armati di lancia razzi a bordo dei quali ci sarebbero alcune centinaia di combattenti libici, africani e di altri paesi arabi. (AGI)
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