Tripoli - Il figlio del colonnello Gheddafi sarebbe libero e in un posto sicuro. Lo ha rivelato uno degli avvocati di Saif al Islam Gheddafi, Khaled al Zaidi, secondo cui il suo assistito sarebbe stato liberato dalle milizie di Zintan e si troverebbe ora in un posto sicuro in Libia. Citato dai media libici, il legale ha spiegato che "in base alla legge sull'amnistia emanata lo scorso anno dal parlamento libico di Tobruk, Gheddafi junior e' stato liberato ieri in occasione della festa della fine del Ramadan. E' uscito dal carcere di Zintan e si trova in un posto sicuro in Libia". Gia' ieri un altro dei suoi avvocati, il britannico Karim Khan, aveva preannunciato la liberazione del figlio del defunto colonnello libico, assicurando che "sta bene e si trova in Libia". Alcuni osservatori libici hanno riferito sui social network che il secondogenito dei Gheddafi starebbe dirigendosi verso l'Egitto. Altri, invece, riferiscono che Saif al Islam sarebbe libero dallo scorso aprile. Il 29 luglio 2013 il parlamento di Tobruk ha adottato un provvedimento che prevede la grazia per alcuni detenuti, esclusi i condannati per crimini di guerra, terrorismo, omicidio, sequestro di persone, torture, traffico di droga, stupri, tratta di esseri umani e corruzione. Il disegno di legge era passato con il voto favorevole di 99 deputati su 200 il giorno dopo la sentenza della Corte d'appello di Tripoli a carico di ex gerarchi del passato regime libico, tra cui figura anche il figlio di Gheddafi, condannato a morte insieme all'ex premier al Baghdadi al Mahmoudi e all'ex capo dell'intelligence libica Abdullah al Senussi. L'accusa e' di aver incitato alla guerra civile e all'uccisione di civili nel 2011 e di aver pagato con soldi pubblici gruppi di mercenari per reprimere nel sangue le rivolte. La sentenza, tuttavia, non e' mai stata riconosciuta dalle autorita' libiche della Cirenaica e dagli alleati di Zintan, enclave della Tripolitania fedele al governo di Tobruk. Non solo: la condanna era stata criticata da diverse organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani e dalle stesse Nazioni Unite. Il figlio di Gheddafi era stato condannato in contumacia per il rifiuto delle autorita' di Zintan di consegnare il loro prigioniero alle autorita' dell'allora "governo di salvezza nazionale" di Tripoli. Saif al Islam, 44 anni, il cui nome significa letteralmente "Spada dell'Islam", e' attualmente ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi) per presunti crimini di guerra. Lo scorso 27 giugno, il nuovo collegio difensivo del secondogenito del defunto leader libico - i precedenti legali erano stati assegnati d'ufficio - ha annunciato l'intenzione di chiedere alla Cpi di annullare il caso contro di lui. Secondo la ricostruzione dell'emittente locale "Sabra Fm", gli avvocati avrebbero portato all'attenzione dei giudici internazionali un "parere consultivo" del ministero della Giustizia dell'entita' governativa attiva nella Cirenaica, non riconosciuto dalla Comunita' internazionale ma legata alle milizie di Zintan, sulla possibilita' di attuare la legge sulla grazia al caso di Saif al Islam. (AGI)