Roma - L'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, parla con il Financial Times delle sfide che attendono la compagnia. Intervistato, tra gli altri temi, sulla Libia, Descalzi, apprezza la situazione "normale" nel Paese, nonostante la guerra civile. "C'e' stato un cambiamento ed e' stato un cambiamento positivo" nota Descalzi, riferendosi al governo libico. "Abbiamo parlato con il primo ministro - aggiunge - Questo non avveniva da anni. E' la prima volta dalla Primavera araba che abbiamo un interlocutore istituzionale".
Piu' in generale, l'ad di Eni assicura che il gruppo non teme i rischi geopolitici: "Ci sono molti paesi con rischi geopolitici e noi dobbiamo avere le capacita', le regole, i processi e la sicurezza per fronteggiarli". "Questo per Eni rappresenta un valore aggiunto, perche' siamo cresciuti nelle difficolta'".
Eni e' presente in molti paesi africani, ma, come rivendica Descalzi, sta attuando anche "una forte diversificazione" in Asia, con progetti in Vietnam, Indonesia e Myanmar ed ha una presenza in America Latina. Inoltre il gruppo punta molto sull'esplorazione, la produzione e lo sfruttamento di nuovi giacimenti. "Siamo sereni - aggiunge - perche' negli ultimi anni ci siamo dimostrati vincenti nella produzione, nell'esplorazione e nella scoperta e nello sviluppo di nuovi giacimenti". A questo proposito Descalzi accenna alla possibilita' di vendere le sue partecipazioni in alcuni grandi progetti, incluso lo sfruttamento dei giacimenti di Zohr in Egitto e in Mozambico: "Sono ottimista. E' abbastanza difficile vendere attivita' produttive oggi... Ma i nostri asset sono buoni". A chi prospetta la possibilita' che Eni possa venire scalata da una major rivale, Descalzi replica: "Siamo orgogliosi della nostra cultura, siamo molto orgogliosi delle nostre realizzazioni e questa e' la nostra forza. Siamo abbastanza inaccessibili". (AGI)