Nairobi - E' stato formalmente incriminato per doping dalla magistratura kenyota Federico Rosa, agente italiano di parecchie star del fondo e del mezzofondo, la piu' illustre delle quali e' la maratoneta locale Rita Jeptoo, vittoriosa tra l'altro tre volte a Boston, due a Chicago e una a Milano. Rosa, bresciano, deve rispondere di sei diversi capi d'imputazione per aver presumibilmente "complottato allo scopo di somministrare una sostanza proibita mediante un metodo vietato" alla stessa Eptoo, risultata positiva alla fine dell'ottobre 2014 per Epo e squalificata lo scorso gennaio per due anni dalle competizioni, nonche' all'ottocentista Elijah Kiprono Boit, suo meno noto connazionale. Di fronte alla Corte di Kibera, alla periferia sud-occidentale di Nairobi, il trentenne manager ha respinto ogni addebito. Dovra' comunque rimanere in custodia almeno fino a lunedi' prossimo, quando sara' esaminata la richiesta di liberta' provvisoria presentata dai suoi legali.
L'uomo aveva ottenuto il rilascio dietro cauzione dopo aver trascorso in carcere tre giorni. Era stato arrestato il 1 luglio insieme al padre, il ben conosciuto medico sportivo Gabriele, mentre assistevano alle selezioni per gli imminenti Giochi Olimpici Estivi di Rio 2016. Respinta inoltre la domanda di restituzione del passaporto, ritirato a lui e al genitore una decina di giorni fa: Federico Rosa avrebbe voluto lasciare il Paese per raggiungere il Principato di Monaco, dove domani e' in programma la nona tappa della Diamond League. Anche Gabriele Rosa e' coinvolto nella vicenda, sebbene sia a piede libero e finora nei suoi confronti non siano state formulate accuse specifiche.
Padre e figlio amministrano la 'Rosa e Associati', societa' che a sua volta cura fin dagli anni '80 gli interessi di innumerevoli atleti africani, ma la cui licenza in Kenya era stata sospesa gia' l'anno scorso proprio in relazione al caso-Jeptoo. E' la prima volta in cui la magistratura locale rinvia a giudizio con simili imputazioni un professionista straniero: molto probabilmente non a caso, cio' avviene poco tempo dopo l'entrata in vigore di una nuova e rigidissima normativa anti-doping, la cui adozione e' stata decisa in seguito allo scandalo di proporzioni internazionali esploso grazie alle indagini della Wada, l'agenzia mondiale di controllo, e il cui risultato piu' eclatante e' stata l'esclusione della squadra russa dall'Olimpiade brasiliana. (AGI)