(AGI) - Il Cairo, 1 ago. - Il presidente egiziano, Abdel Fatah al Sisi, ha convocato il ministro degli Investimenti, Dalia Khorshid, per valutare le Offerte pubbliche iniziali (Ipo) di parte degli asset e delle compagnie statali. Lo riferisce il quotidiano "Al Masry el Youm", citando un comunicato presidenziale. Recentemente e' stata proposta la vendita di alcuni asset statali come misura per coprire il debito pubblico, che nei prossimi 10 anni dovrebbe arrivare a 30 miliardi di dollari. "Le Ipo includeranno compagnie dei settori petrolifero e bancario", si legge nel comunicato. Una commissione formata dai ministri delle Finanze, Amr al Jarhi, dal ministro Khorshid e da un vicegovernatore della Banca centrale decidera' presto quali asset saranno ceduti. "L'obiettivo e' diversificare le risorse finanziarie statali, rafforzando l'efficienza di alcune societa' attraverso la trasparenza e la governance", ha detto la Khorshid da parte sua.
La proposta di vendere parte degli asset statali arriva mentre il paese sta negoziando un prestito con il Fondo monetario internazionale (Fmi) di 12 miliardi di dollari in tre anni. Una missione del Fondo monetario internazionale ha iniziato sabato 30 luglio una visita al Cairo per discutere degli aiuti finanziari da destinare all'Egitto. Secondo quanto rivelato dal quotidiano egiziano "Shorouk", gli Emirati Arabi Uniti (Eau) avrebbero pagato 1,4 miliardi di dollari per finanziare la quota dell'Egitto all'interno dell'Fmi che ammonta a 2,08 miliardi in Diritti speciali di prelievo (Dsp - 1 Dsp equivale a 1,4 dollari). Gli Eau avrebbero quindi coperto la meta' della quota dei Dsp dell'Egitto presso l'Fmi. "Gli Eau hanno finanziato la quota dell'Egitto presso l'Fmi per consentirgli di ottenere il prestito", rivela la fonte, precisando che il pagamento e' avvenuto lo scorso mese. La copertura di questa quota e' necessaria per ottenere il prestito da parte dell'Fmi. Lo scorso 26 luglio il ministro delle Finanze, Amr al Jarhi ha detto: "Vogliamo ottenere 12 miliardi di dollari in prestito dal Fondo monetario per tre anni a 4 miliardi l'anno", aggiungendo che "questo prestito dara' fiducia agli investitori stranieri. E sara' utilizzato per coprire il deficit di bilancio". Il disavanzo ha toccato il 13 per cento in Egitto e, secondo quanto riferito ad "Agenzia Nova" dal ministro della Cooperazione internazionale, Sahar Nasr, il paese potrebbe registrare un buco finanziario di 30 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Il premier Sherif Ismail, da parte sua, ha ordinato ad al Jarhi e al governatore della Banca centrale Tarek Amer di proseguire nel dialogo con la missione dell'Fmi. Il parlamento monocamerale eletto alla fine del 2015, ha approvato frettolosamente il nuovo bilancio per l'anno fiscale 2016-2017, iniziato lo scorso primo di luglio. Nonostante la discussione fosse in programma da mesi, i deputati egiziani hanno avuto solo tre minuti di tempo a testa per esprimere il proprio parere sulla legislazione. Il nuovo bilancio prevede una spesa di 105,40 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 98,4 miliardi del precedente esercizio 2015-2016. Gli stipendi costeranno 25,92 miliardi di dollari, pari a circa un quarto delle uscite statali, mentre il pagamento degli interessi arretrati costera' 33,3 miliardi di dollari. Altri 4,5 miliardi di dollari, invece, saranno spesi per la fornitura di beni e servizi essenziali: una cifra di molto inferiore alle attese della popolazione, che si aspettava interventi piu' massicci. (AGI)
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