Roma - Contro un'informazione stereotipata sull'Africa, c'e' bisogno in Italia di una nuovo approccio che racconti di piu' e meglio un continente molto vasto e molto vario, con 55 Paesi che viaggiano a velocita' diverse. Una necessita' sostenuta anche dalle grandi tendenze che vedono l'Africa crescere velocemente in termini di popolazione, tasso di urbanizzazione e mercati. Proprio su questi punti si e' soffermata la tavola rotonda 'I megatrend dell'Africa: demografia, urbanizzazione e mercati' organizzata dalla rivista Africa e Affari, in collaborazione con Confindustria Assafrica e Mediterraneo, nell'ambito del RomAfrica Film Festival. Ospiti diversi ambasciatori di alcuni tra i Paesi maggiormente rappresentanti all'edizione 2016 della kermesse cinematografica, come Angola, Costa D'Avorio, Eritrea, Sudafrica e Tunisia.
"Abbiamo scelto di parlare di economia in un festival di cinema perche' c'e' la necessita' che in Italia si conosca di piu' e meglio l'Africa, bisogna cambiare la narrativa fatta di stereotipi", ha spiegato Massimo Zaurrini, direttore di InfoAfrica. "Parliamo di un continente con 55 Paesi a velocita' diverse, una ventina di avanguardie e altri che hanno ancora un percorso da avviare". Fondamentale, ha sottolineato, e' la conoscenza: "bisogna prima di tutto conoscersi bene, pregi e difetti".
Sulla necessita' di superare "l'informazione stereotipata", che "non sia legata solo a flussi migratori o violenze", e' intervenuto Alessandro Pica, ad dell'AGI, che ha ricordato come "l'Africa stia cambiando e in modo veloce: dobbiamo essere in grado di intercettare il cambiamento e raccontarlo". In quest'ottica si inserisce l'accordo siglato tra l'agenzia di stampa e InfoAfrica, cosi' come le partnership realizzate con diverse agenzie di stampa africane e altrettanti giornalisti locali. "Vogliamo far parlare l'Africa, i suoi professionisti, affidandone il racconto a colleghi che in quelle realta' operano e di quelle realta' conoscono il tessuto", ha spiegato. "Un racconto che travalica il lancio di agenzia e costruisce una narrazione, non un'informazione frammentata che rappresenta solo singoli parti o eventi ma che e' costante nel tempo". Per Pica, l'obiettivo e' quello di "far emergere tutta la straordinaria energia propulsiva del continente". In questo scenario, ha aggiunto l'ad dell'AGI, "non possiamo dimenticare che c'e' un'Africa in sofferenza, con i suoi flussi migratori". Da qui, "l'iniziativa che stiamo promuovendo finalizzata al racconto delle storie dei migranti, 'Tu Non Sai Chi Sono Io'. Un modo per dare la parola ai migranti, in un racconto video".
E che l'Africa sia al centro di una nuova attenzione da parte dell'Italia lo ha ricordato anche Raffaele de Lutio, direttore centrale della Farnesina per i Paesi dell'Africa sub-sahariana, mettendo l'accento sull'importanza di "interagire, conoscersi e fare rete". Tra i segnali di un nuovo dinamismo del governo italiano nei confronti del Continente, oltre al recente lancio di un piano ad hoc e la conferenza ministeriale a Roma a maggio con i governi di oltre 50 Paesi africani, c'e' l'incremento delle missioni. "Negli ultimi tre anni vi e' stata una continuita' di visite da parte delle piu' alte cariche istituzionali", ha sottolineato de Lutio, mettendo l'accento su "un ritmo intensificato che viene anche mantenuto". Da parte sua, Pierluigi D'Agata, direttore generale di Confindustria Assafrica, ha nominato "cultura e industria come motori della crescita e dello sviluppo", sottolineando la leadership esercitata dall'Italia non solo in campo culturale ma anche grazie alle sue Pmi. Per D'Agata sono diverse le parole chiave per il Continente, a cominciare da "popolazione, in forte crescita, con una classe media importante per noi perche' vuole prodotti sempre piu' di qualita' e di immagine". In crescita anche "le citta'", con il "welfare che sara' sempre piu' tema centrale di sviluppo". Centrale anche "l'industria", ha proseguito D'Agata che ha auspicato "meno cultura commerciale e piu' cultura industriale". Infine, non puo' mancare l'accento sui "mercati regionali: l'unificazione economica e poi infrastrutturale e' essenziale per il continente, i mercati nazionali sono troppo piccoli e non attirano investimenti, bisogna integrarli". (AGI)