(AGI) - Milano, 24 mag. - Ed e' arrivato anche il giorno dell'Africa. Domani, infatti, per volonta' dell'Unione africana, si celebra l'Africa Day, nel quadro di un 2016 che e' stato dichiarato l'Anno Africano per i Diritti Umani, con un focus specifico sui diritti delle donne, cosi' come sancito dall'Unione africana. Con questo giorno si vuole porre l'attenzione sugli enormi problemi che affliggono il Continente, ma l'Africa Day vuole porre l'accento su una realta' complessa con enormi differenze, non solo linguistiche, ma anche culturali, politiche, sociali ed economiche. Negli ultimi mesi, meglio anni, quando si parla di questo continente si parla dell'Africa delle migrazioni forzate o economiche, dell'Africa delle opportunita' e dei rischi. Il direttore della sezione italiana di Amref Health Afirca, Guglielmo Micucci, tuttavia si domanda: "La Libia puo' essere paragonata alla stregua della Nigeria? O la democrazia tunisina, premio Nobel per la pace, con la Somalia della guerra permanente? Si tratta evidentemente di una domanda retorica, ma quanti dei nostri politici o della classe dirigente hanno reale conoscenza e coscienza di questi contesti e di queste differenze?".
Per il direttore di Amref si "parla di Migration Compact e di Trust Fund non per migliorare la qualita' della vita dei popoli africani ma per allontanare le frontiere europee e nascondere i drammi della migrazione. Paghiamo oggi la Turchia, domani probabilmente l'Etiopia, per far si' che 'si tengano' migliaia di persone in fuga che tentano di arrivare in Europa. Tutto questo per aiutarli a casa loro. E' lo slogan di oggi, nato da Salvini e accolto da una grande parte della comunicazione". Amerf, tuttavia, rivendica questo slogan perche' era il 2013 quando "usava lo stesso slogan, ma partendo da un'idea di equita', giustizia e diritti diametralmente opposta - prosegue Micucci - e con una conoscenza profonda dei contesti di partenza, arrivando a formulare, realizzare, dare sostanza a modelli diversi, a risposte fondate su principi come il diritto alla salute e alla mobilita'. Modelli che mettono al centro le donne, come fulcro dello sviluppo (ad oggi delle 800 madri che nel mondo, ogni giorno, muoiono per complicanze legate al parto, 400 sono nel continente africano). Esperimenti che partono da una cooperazione fatta di finanziamenti ma che poi vengono portati avanti dalle comunita' locali. Insomma modelli di cooperazione reali e tangibili che puntano alla riduzione delle disuguaglianze. Modelli che davanti al mantra dello sviluppo economico mettono i diritti umani". Secondo Amerf e il suo direttore Micucci e' questo " l'approccio all'Africa che vorremmo vedere, e sappiamo che non potremo aspettarcelo dall'opinione pubblica fino a che non sara' pienamente sposato da tutta la classe politica e dalle istituzioni che ci rappresentano. Fino a quel momento, celebreremo l'Africa Day come una giornata di impegno, non di festa". (AGI)
Fea