Roma - "Sono pronto a raccogliere la sfida: una sfida grande quella di succedere al presidente Jose' Eduardo dos Santos. Grande e, benche' difficile, non impossibile". Ha mostrato decisione e sicurezza Joao Lourenco, ministro della Difesa e vicepresidente del Movimento popolare di liberazione dell'Angola (Mpla), all'indomani dell'ufficializzazione della sua candidatura alla presidenza della Repubblica del paese dell'Africa australe, in vista delle elezioni del prossimo mese di agosto. "Abbiamo molto da fare perche' il Mpla possa raggiungere l'obiettivo di vincere le elezioni - ha sottolineato Lourenco - a partire dal consolidamento della democrazia e dal rafforzamento della nostra economia, ma penso che il mio volto sia abbastanza conosciuto e 7 mesi siano sufficienti" per convincere gli angolani. Lourenco, nonostante alle ultime elezioni del 2012 il Mpla abbia ottenuto 71,84% dei voti, non si fa spavaldo e dice: "Sono uno dei giocatori in campo e intendo giocare la partita ad armi pari, tale e quale agli altri" candidati, questo non esclude che "io sia positivamente ottimista".
Venerdi'3 febbraio, con un discorso al Comitato centrale del Mpla, il partito che ha guidato la lotta di liberazione dal colonialismo del Portogallo e portato il paese all'indipendenza nel 1975, il presidente dos Santos, 75 anni, familiarmente conosciuto come "Zedu", aveva annunciato di porre fine, con il prossimo appuntamento elettorale, a 37 anni alla guida dell'Angola, attraverso i 27 difficilissimi della guerra civile negli anni della Guerra fredda e poi a quelli ruggenti dell'attivazione del processo democratico e dello sviluppo economico, fondato soprattutto sullo sfruttamento degli idrocarburi. E proprio la questione del futuro del petrolio, o meglio della diversificazione dell'economia angolana dopo il calo internazionale del prezzo del greggio, sara' il compito decisivo del nuovo capo dello Stato. "Il paese avanza quando le sue istituzioni si rafforzano - ha detto dos Santos - e creano le condizioni per una crescita del settore produttivo, dell'impiego e della ricchezza nazionali. Con la scelta" dei nostri candidati "abbiamo tenuto insieme il principio del rinnovamento con quello della continuita'".
Secondo la Costituzione angolana il capolista del partito che vince le elezioni politiche diventa il presidente della Repubblica e capo del governo e il numero due in lista il suo vice. Per il Mpla si tratta di Lourenco e di Bornito de Sousa, 63 anni, attuale ministro per l'Amministrazione del territorio e considerato come l'uomo politico piu' moderno del paese.
Lourenco, 62 anni, originario della citta' costiera di Lobito nella provincia centrale di Benguela, sposato, padre di sei figli, si e' formato dal punto di vista militare nell'ex Urss ed e' stato commissario politico dell'Fpla (l'esercito rivoluzionario del Mpla) e poi responsabile informazione e segretario del partito, capogruppo parlamentare tra il 1998 e il 2003, quindi primo vicepresidente dell'Assemblea nazionale e, dall'aprile 2014, ministro della Difesa. Nell'agosto scorso e' stato nominato vicepresidente del partito e quindi successore dell'anziano leader. Un ruolo che Lourenco aveva assunto di fatto gia' con il suo discorso lo scorso 10 dicembre allo stadio "11 Novembre" della capitale Luanda, davanti a decine di migliaia di militanti e simpatizzanti del Mpla.
Dos Santos, almeno fino al prossimo congresso, restera' comunque presidente del Mpla, con un importante e preciso ruolo di riferimento politico. Giunto al potere nel 1979 alla morte di Agostinho Neto, fondatore del Mpla e padre dell'indipendenza angolana, dos Santos ha condotto il paese nella sanguinosa guerra civile, vinta grazie all'appoggio di Cuba e dell'allora blocco comunista, contro le formazioni sostenute dal Sud Africa dei tempi dell'apartheid e dagli Usa in chiave anti-comunista.
In due occasioni e' stato eletto presidente con una schiacciante maggioranza, la prima nel 1992, in una fase di tregua del conflitto, e poi nel 2012 al termine della transizione dopo gli accordi di pace del 2002, seguiti all'uccisione da parte delle truppe governative di Jonas Savimbi, il leader del Unita il gruppo sostenuto dal regime bianchi di Pretoria. Al termine della guerra civile, abbandonata l'ideologia marxista-leninista e la scelta del monopartitismo, il Mpla e' entrato a far parte dell'Internazionale socialista e ha aperto al pluralismo politico.
Il presidente dos Santos ha rimesso il paese sul cammino della pace, un cammino non semplice come esemplificato dalla terribile eredita' delle mine disseminate in tutto il paese, che hanno praticamente azzerato l'agricoltura, che soltanto oggi riavvia produzioni importanti come quella del caffe', e reso estremamente difficili per anni i trasporti stradali e ferroviari. Senza dimenticare la pesante eredita' sociale degli sfollati, molti dei quali vivono ancora nei "musseque", gli slum attorno alla capitale Luanda, metropoli che raccoglie quasi 7 milioni di abitanti, che ne fanno la terza citta' lusofona piu' popolosa del pianeta dopo San Paolo e Rio de Janeiro, sui circa 25 milioni complessivi del paese.
La scelta di dos Santos rappresenta "un momento storico decisivo - afferma alla AFP Alex Vines, del think tank londinese Chatham House -. Per la prima volta molti angolani saranno protagonisti di un cambio di presidente alla guida del loro paese".