(AGI) - Roma, 31 gen. - Dopo 33 anni il Marocco e' stato riammesso nell'Unione africana e il re Mohammed VI ha potuto prendere il suo posto nel quartier generale della organizzazione continentale ad Addis Abeba, nel corso della seconda e ultima giornata del 28esimo summit dei capi di stato e di governo dell'Africa.
La votazione per la riammissione di Rabat con 39 voti a favore sui 54 componenti dell'Ua, nonostante la strenua resistenza dei paesi che sostenevano i diritti della repubblica democratica araba dei Sahrawi, lo stato autoproclamato nonostante le pretese territoriali proprio da parte del Marocco. Il ritorno di Rabat era stato preceduto da complessi contatti diplomatici e, alla fine, nella domanda di riammissione il Marocco non ha posto alcuna condizione e ha di fatto sottoscritto senza riserve gli articoli dell'atto costituivo dell'Ua, che riconoscono per ciascun paese le frontiere risultato dei lunghi anni dell'imperialismo coloniale delle grandi potenze europee.
Per il Marocco si tratta di una "decisione storica", dopo che nel 1984 se ne era andato sbattendo la porta dal consesso continentale in seguito al riconoscimento dello Stato proclamato dal Fronte Polisario. Il Sahara occidentale, ex colonia spagnola, era considerato da Rabat come parte del suo territorio. Lo Stato Sahrawi ha sempre potuto contare sull'autorevole sostegno di Algeria e Sud Africa, che anche in occasione del voto sulla riammissione hanno espresso le loro riserve. In precedenza, aAncora una volta con una maggioranza di 39 voti, era stato eletto alla presidenza della Commissione della Ua (incarico sostanzialmente analogo a quello di Jean-Claude Junker alla guida della Commissione dell'Unione europea) il ministro degli esteri del Ciad, Moussa Faki Mahamat, al posto dell'uscente sudafricana, Nkosazana Dlamini-Zuma. Nell'ultima votazione l'esponente ciadiano ha superato la sua omologa del Kenya, Amina Mohammed. "E' un incarico di grande peso - ha detto Faki Mahamat dopo l'elezione - penso che la mia esperienza e la mia visione delle cose abbiano convinto la maggioranza". Nel corso del suo discorso di commiato Dlamini-Zuma si era riferita in modo positivo alla soluzione della crisi politica seguita allo svolgimento delle presidenziali in Gambia. L'atteggiamento di fermezza, sulla base dei principi fondatori dell'Ua, tenuto dai paesi della Comunita' economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) ha permesso - secondo Dlamini-Zuma - il rispetto dei diritti del popolo gambiano con il passaggio di potere senza spargimenti di sangue tra l'eletto Adama Barrow e l'uscente Yahya Jammeh, che non intendeva lasciare dopo 22 anni nonostante la sconfitta alle elezioni di dicembre.
Alla presidenza di turno di durata annuale della assemblea dell'Ua, composta dai capi di Stato e di governo, e' andato il presidente della Guinea, Alpha Conde', che subentra al presidente del Ciad, Idriss Deby. (AGI)
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