Nairobi - Dopo essersi ritirati dalla Corte penale internazionale, alcuni paesi africani sembrano intenzionati a rivendicare la propria sovranita' anche esercitando un maggior controllo sulle attivita' delle Organizzazioni non governative internazionali, che ritengono spesso orientate piu' a intervenire nella vita politica interna che non all'impegno nei programmi di sviluppo. In Burundi l'Assemblea nazionale ha dato il via libera alla legge per il riordino delle attivita' delle Ong nel paese dell'Africa centrale.
L'obiettivo della legge e' quello di porre fine a una situazione di "confusione e disordine" con interventi da parte del governo di Bujumbura. Il presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza, aveva accusato varie ong internazionali di attivita' a sostegno dell'opposizione interna e anche fino al finanziamento di progetti insurrezionali. Tra le altre norme previste dalla nuova legge l'obbligo per le ong di depositare i loro fondi in valuta su di un conto presso la Banca centrale, di rispettare le norme sul cambio, di presentare rendiconti semestrali e annuali sulle loro attivita', di assumere personale in base agli equilibri etnici previsti dalla Costituzione del Burundi. Secondo il ministro dell'Interno, Pascal Barandagiye, le Ong straniere che operano nel paese utilizzano il 70% del budget per spese di funzionamento, "a detrimento delle previste attivita' di cooperazione e di sviluppo".