Smartphone: congolese in marcia contro costi umani di produzione
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Smartphone: congolese in marcia contro costi umani di produzione

Smartphone: congolese in marcia contro costi umani di produzione

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(AGI) - Trento, 28 feb. - Esiste un costo umano dietro a unosmartphone? A ipotizzarlo e' John Mpaliza ingegnere informaticocongolese che da tempo sta marciando - 6 mila i chilometri gia'percorsi - per il suo Paese: il Congo. In questi giorni Mpalizae' a Rovereto (Tn) dove sta incontrando gli studenti degliIstituti superiori e delle medie per sensibilizzarli sulcoltan. Una sabbia nera, radioattiva, formata dai mineralicolombite e tantalite, da cui si estrae il tantalio, metalloraro che viene usato, sotto forma di polvere metallica,nell'industria della telefonia mobile, nella componentisticadei computer e in quella degli aerei, poiche' aumenta lapotenza degli apparecchi riducendone il consumo di energia.All'iniziativa hanno aderito le scuole e il collettivostudentesco. Nei giorni scorsi all'Istituto Filzi si e' svoltoun in cui e' stata tratteggiata la situazione geopolitica delmondo, per capire dove sono i conflitti in corso e qualisaranno gli scenari futuri e Mpaliza ha spiegato agli studentiperche' sta marciando per la pace del suo paese. La parteorientale della Repubblica Democratica del Congo e' la zonapiu' ricca in assoluto di minerali e risorse di tutto ilterritorio congolese. Ricco di oro e diamanti e di coltan, ilCongo e' tra i paesi piu' poveri della terra, come condizionidi vita. E il coltan che poteva essere una benedizione per icongolesi e' diventata la piu' grande delle maledizioni.Secondo Mpaliza "sono molte le multinazionali che siavvantaggiano di una situazione politica continuamentedestabilizzata e corrotta, dei clan locali e dei guerriglieriprovenienti anche dai Paesi vicini che lottano per il controllodelle miniere: le stime dell'Onu parlano di genocidio e di 8milioni di morti gia' causati dalla guerra del coltan, a cui siaggiungono milioni di profughi, di bambini sfruttati nelleminiere a cielo aperto o arruolati come soldati; chi lo estrae,adulti ma anche bambini, lo fa spesso scavando a mani nude, conconseguenti frane e incidenti quotidiani. Ogni giorno decine dibambini muoiono". (AGI)Tn1/Pgi
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