Fs: Fit-Cisl Toscana, servono 400 mln per opere indispensabili
(AGI) - Firenze, 23 giu. - "Perche' se FS ha cosi' tante risorse da fare shoppin...
(AGI) - Firenze, 23 giu. - "Perche' se FS ha cosi' tante risorse da fare shopping internazionale, non le investe piuttosto nel miglioramento della rete italiana? Solo in Toscana servono almeno 3/400 milioni di investimento per completare opere indispensabili". E' la domanda che il segretario generale della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, rivolge ai vertici di FS, ma anche al Governo e al Parlamento, indirizzando una lettera aperta ai parlamentari toscani. Nella missiva Boni dice di non condividere "le scelte dell'a.d. del Gruppo FS che, con i nostri soldi va in giro per il mondo acquisendo una volta un pezzo delle ferrovie inglesi (circa 80 milioni di euro), da un'altra parte le ferrovie greche (circa 45 milioni di euro) e creando societa' ad hoc per entrare in nuovi business all'estero". Soprattutto perche' nel frattempo "in Italia mancano i soldi per gli investimenti. Solo in Toscana, si potrebbe pensare al raddoppio e alla elettrificazione della Siena-Empoli oppure terminare il raddoppio della Pontremolese e, sempre per rimanere in Toscana, potenziare attraverso interventi tecnologici la tratta tirrenica, dove si viaggia ancora oggi ad una velocita' media di 140 Km ora". Per questo Boni ha deciso di scrivere ai parlamentari toscani, perche', afferma, "e' ora di mettere gli occhi su dove stanno andando le FS" e per questo "il Governo e il Parlamento devono assolutamente intervenire". Boni denuncia il rischio della privatizzazione di FS, "fatta per racimolare qualche miliardo da destinare alla riduzione di un debito pubblico che attualmente ammonta a 2300 miliardi" e mette in guardia sulla quotazione in borsa "della parte pregiata del trasporto, i treni AV", che "creerebbe il rischio reale di un aumento delle tariffe e di un taglio delle corse meno frequentate a tutto danno dei viaggiatori. Senza considerare - aggiunge Boni - che le parti di Trenitalia meno appetibili resterebbero sulle spalle dello Stato, senza piu' avere la compensazione con la parte redditizia". Per questo, conclude il segretario toscano della Fit-Cisl, "si chiede agli autorevoli parlamentari, sia del Senato che della Camera, nonche' al Governo, di intervenire e di salvaguardare il patrimonio di esperienze e professionalita' fatto da migliaia di ferrovieri che, con i loro sacrifici, hanno reso le FS di oggi una azienda leader nel proprio campo. Impedire la privatizzazione, impedire lo spacchettamento fine a se' stesso. I cittadini, i lavoratori, l'opinione pubblica, la societa' civile, sono contrari a svendere l'azienda a vantaggio solo di pochi e a danno della collettivita'". (AGI)
Red/Ett