(AGI) - Palermo, 8 giu. - Un giro d'affari complessivo di 60 milioni di dollari l'anno. La multinazionale della tratta di uomini macina profitti inseguendo il modello di una florida azienda comune. E con le stesse logiche si muove, persino nella valutazione della concorrenza e degli aspetti d'immagine. E' quanto emerge da uno studio presentato a fine maggio alla Cambridge University dal magistrato della Procura di Palermo Gery Ferrara e dagli economisti Carlo Amenta e Paolo Di Betta. Dati particolarmente significativi nella giornata in cui e' stato estradato un boss del traffico di migranti, un eritreo di 35 anni, arrestato in Sudan e che si vantava dei profitti milionari, capace di gestire le traversate di migliaia di persone l'anno. L'organizzazione, molto ramificata e articolata, spiegano gli studiosi, "cura anche gli aspetti di reputazione e di immagine". Al riguardo, le reazioni al naufragio del 3 ottobre 2013, in cui a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa persero la vita 366 persone, sono molto significative. In molte conversazioni intercettate si capisce, infatti, che i capi del gruppo criminale - e tra questi e' stato poi accertato c'era lo stesso eritreo estradato, tra i promotori di quella traversata - fossero preoccupati dalle ripercussioni sulla fiducia riposta dai migranti nell'organizzazione. I criminali temevano la perdita di "clienti" e di "quote di mercato": i migranti potevano cioe' scegliere di rivolgersi ad altre organizzazioni, a causa della scarsa cura negli aspetti di sicurezza. Si tratta di conversazioni, viene sotolineato, "nelle quali e' possibile rintracciare molte analogie con chi si occupa di gestire business del tutto leciti. Cio' ha confermato l'appropriatezza dell'approccio nell'analizzare l'organizzazione con gli strumenti e le tecniche proprie della gestione delle imprese". Punto di partenza sono state le indagini "Glauco 1" e "Glauco 2", condotte dalla Polizia di Stato sotto la direzione della Procura di Palermo, da cui emerge in maniera dettagliata il funzionamento di una organizzazione criminale dedita alla organizzazione del viaggio dei migranti clandestini dai paesi del Centro Africa, fino alle coste della Libia e da li' in Italia. Sulla base dei dati relativi alle diverse fasi dello spostamento dei migranti e delle operazioni condotte dall'organizzazione criminale oggetto di indagine, e' stata preliminarmente condotta una stima del giro d'affari annuo relativo alla tratta dei migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale. Per rendere il risultato piu' significativo ed evitare sovrastime sono stati considerati solo gli arrivi da Eritrea, Etiopia e Sudan (paesi espressamente indicati nelle indagini) per gli anni 2014 e 2015 e sono stati comunque esclusi i minori accompagnati considerando che gli stessi potrebbero non pagare un prezzo autonomo. Le fasi per le quali i migranti corrispondono un prezzo sono: partenza dal paese d'origine (1.000 dollari); riscatto a seguito di rapimento nel deserto (3.000 dollari); ulteriore somma pagata da chi e' sopravvissuto al rapimento per imbarcarsi (1.600 dollari); somme pagate per gli spostamenti all'interno dell'Europa (250 dollari). La somma per la fase 1 e' stata considerata per tutti gli arrivi dai paesi individuati (sempre con l'esclusione dei minori non accompagnati), pari ad 86.427 individui, mentre le somme di cui alle fasi 2 e 3 sono state applicate solo al 5% del totale degli arrivi. La somma pagata per la fase 4 e' stata applicata all'80% del totale degli arrivi considerando che almeno una percentuale pari al 20% possa decidere di restare in Italia. Tutti i "prezzi" indicati sono stati considerati nella misura minima indicata negli atti processuali proprio per evitare sovrastime. Il giro d'affari complessivo per il biennio e' stato determinato in oltre 120 milioni di dollari, 60 milioni di dollari per ogni anno. Il profitto complessivamente generato da queste operazioni resta molto elevato in quanto anche considerando i costi relativi al vitto ed alloggio dei migranti trattenuti sulle spiagge della Libia, quelli della manodopera legata alla sicurezza, ai rapimenti ed alle altre mansioni e quelli legati all'acquisto delle barche per gli spostamenti, si arriva ad una percentuale di incidenza non superiore al 35% con un profitto annuo di oltre 40 milioni di dollari. (AGI)
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