Mafia: salvare 400 imprese tolte ai boss, un 'patto' per Palermo
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Mafia: salvare 400 imprese tolte ai boss, un 'patto' per Palermo

Mafia: salvare 400 imprese tolte ai boss, un 'patto' per Palermo

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(AGI) - Palermo, 15 ott. - Rapporti piu' organici e stretti trasindacati, Agenzia dei beni confiscati, Tribunale misure diprevenzione, amministratori giudiziari per intervenire gia' dalprimo giorno del sequestro di un'azienda ed elaborare un pianoindustriale che salvaguardi l'attivita' produttiva el'occupazione. E' una delle richieste emerse oggi alla riunionedel Coordinamento sulle aziende sequestrate e confiscate allamafia, che si e' svolta alla Cgil di Palermo. L'obiettivo e'far si' che le quasi 400 aziende sequestrate a Palermo restinoin attivita'. All'incontro, il primo dopo la bufera che hainvestito i vertici del Tribunale misure di prevenzione e ilruolo dell'amministratore giudiziario, ha partecipato LucianoSilvestri, responsabile Legalita' e Sicurezza della Cgilnazionale e sono intervenuti i segretari di tutte le categoriecoinvolte nella assistenza alle aziende confiscate, dallaFillea alla Filcams alla Flai. La Cgil, che assiste ilavoratori di numerose aziende confiscate, chiedel'applicazione di modelli gestionali che superino i limiti egli errori di un passato condizionato da una visione troppo"burocratica" e poco imprenditoriale, ai fini di una correttaconduzione delle vertenze. Rivendicando un'esperienza ormaidecennale nei sequestri seguiti, il sindacato propone la suacollaborazione come punto di riferimento nell'elaborazionetecnica, per evitare che con la confisca definitiva, comeaccade nel 90 per cento dei casi, le aziende chiudano. "Inun'economia debole e fragile come la nostra, non possiamopermettere la perdita di posti di lavoro ma dobbiamo fare ditutto perche' queste aziende abbiano un futuro - ha detto ilsegretario della Cgil Enzo Campo - Noi faremo la nostra parte.Con Cisl e Uil e altri soggetti della partecipazione attivalavoreremo a un protocollo da sottoporre al Tribunale diPalermo. E programmeremo iniziative comuni con le associazioni,come e' accaduto per il sit-in di sostegno a Gelato In, aBagheria. L'idea del sindacato e' di coinvolgere nelcoordinamento anche le Rsu delle aziende". Dopo aver superato i"costi della legalita'", la messa in regola de dipendenti,l'evasione contributiva, i permessi sanitari, il passaggio allaconfisca per le aziende che ci arrivano e' il piu' delicato."Ma non e' mai accaduto che un'azienda sequestrata sia statamessa in condizioni di partecipare a una gara d'appalto - haaggiunto il componente di segreteria Mario Ridulfo - Lo Stato,per fare un esempio, ha investito sull'Ati Group pagando, in 13anni, 1 milione in ammortizzatori sociali. Anche per questo,non e' ammissibile fare chiudere le imprese. Spesso alcuneaziende sequestrate, come le Immobiliari, si sono rivolte aditte esterne per le manutenzioni e le ristrutturazioni, nonattingendo alle aziende edili in amministrazione giudiziaria.Attorno alle confische di solito scatta il cordone sanitariodella mafia. Noi vogliamo invece creare una rete di protezioneancora piu' forte. Un circuito virtuoso in cui l'antimafiaaiuti l'antimafia". (AGI).
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