(AGI) - Palermo, 8 giu. - Palermo rende omaggio a Pina Maisano Grassi. Allestita nel pomeriggio a Villa Trabia, suggestiva sede del Comune di Palermo, frequentata da tanti giovani e tante famiglie, la camera ardente per la vedova dell'imprenditore Libero Grassi, morta ieri sera all'eta' di 87 anni. Sfilano istituzioni, gente comune, le associazioni antiracket per salutare questa donna minuta e forte che aveva condiviso e continuato la passione civile del marito Libero Grassi, ucciso dalla mafia per essersi ribellato al pizzo. "Pina Maisano Grassi, figura di altissimo livello, donna coraggiosa che con orgoglio ha continuato con i figli l'impegno civile di Libero Grassi. A nome mio, dell'intera amministrazione comunale e di tutta la comunita' palermitana, porgo le condoglianze alla famiglia, essa stessa simbolo di legalita' dei diritti contro tutte le mafie", dice il sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando. "Siamo stati onorati di camminare al tuo fianco, accompagnati dal tuo amore e e dal tuo coraggio. Continueremo su questa strada", dicono i ragazzi di Addiopizzo, con cui Pina Grassi negli ultimi dieci anni ha vissuto una nuova giovinezza, stringendo uno straordinario sodalizio. "Per tutti noi - afferma Tano Grasso a nome della Federazione nazionale antiracket - si tratta di una perdita straordinaria e incolmabile. Per tutti noi Pina Maisano e' stata molto piu' di una testimone della vita di Libero Grassi: e' stata una decisiva protagonista della crescita del movimento antiracket in Italia dopo la nascita dell'associazione di Capo d'Orlando e la denuncia di Libero". Da oggi "siamo piu' soli, ma abbiamo una ragione in piu' per continuare nel nostro impegno nel nome di Libero Grassi e di Pina Maisano. Sappiamo bene di poter fare affidamento sulla sensibilita' e le capacita' di Davide e Alice". Ricorda Grasso quella prima volta che la incontro' nell'appartamento in cui viveva con Libero: "La mattina si era verificato l'omicidio e la sera accolse me e l'avvocato dell'Acio, il compianto Piero Milio. Erano passate poche settimane da quando, per la prima volta in Italia, un'associazione di commercianti contro il pizzo si costituiva parte civile nel tribunale di Patti; e da li' a poco sarebbe iniziato il noto processo alle famiglie mafiose di Tortorici con la testimonianza in aula dei commercianti di Capo d'Orlando. Gia' quella sera capimmo di avere a che fare con una donna straordinaria: era lei a consolare noi e a darci speranza. Da allora e' iniziato un cammino comune delle associazioni antiracket con Pina, Davide e Alice". Lei e' stata madrina delle tante associazioni antiracket nate subito dopo nel nome di Libero Grassi nelle province di Messina, Catania, Siracusa, Ragusa. E' stata protagonista dell'allargamento del movimento antiracket fuori dalla Sicilia assumendo, cosi', una dimensione nazionale; ad esempio, Pina ha tenuto a battesimo la prima associazione della Puglia nel gennaio del 1992 a San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi. "Con lei - aggiunge Tano Grasso - abbiamo condiviso un percorso segnato da sconfitte, enormi difficolta' ma anche da successi e gioie. Da un lato, basti pensare ai due omicidi di imprenditori a distanza di poco piu' di un anno a Foggia (Giovanni Panunzio) e a Gela (Gaetano Giordano); basti pensare a tutti quegli sforzi che insieme abbiamo fatto per piu' di 10 anni per far nascere anche a Palermo un'associazione antiracket: la stragrande maggioranza degli imprenditori sceglieva ancora di convivere con l'acquiescenza alla mafia e quei nostri sforzi non ebbero risultato; basti, ancora, ricordare il dolore decennale di fronte al tentativo di rilanciare la Sigma, quella fabbrica con oltre 100 dipendenti per la cui difesa Libero sacrifico' la vita; quasi un decennio di indifferenza e di incapacita' delle istituzioni. Poi ci sono i successi e i risultati: l'azienda per fortuna ha ripreso a produrre e a vendere; soprattutto Palermo e' cambiata e gli imprenditori hanno iniziato a denunciare come mai prima". (AGI)
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