Fincantieri: Fiom, impianti Sud a rischio e Palermo senza commesse
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Fincantieri: Fiom, impianti Sud a rischio e Palermo senza commesse

Fincantieri: Fiom, impianti Sud a rischio e Palermo senza commesse

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(AGI) - Palermo, 16 set. - "I cantieri del Sud non possonoessere penalizzati. Non si puo' andare a due velocita', nonpossono esistere alcuni cantieri garantiti come Monfalcone,Marghera e Ancona, dove i carichi di lavoro sono assicuratifino al 2025, e altri, come Palermo e Castellammare di Stabia,messi in discussione". E' quanto emerso dal coordinamentonazionale della Fiom del gruppo Fincantieri riunitosi oggi aPalermo "per indire nuove azioni di lotta, ha detto BrunoPapignani, coordinatore nazionale Fiom. "Siamo disponibili ariaprire con Fincantieri la discussione sul contrattointegrativo aziendale, disdettato dall'azienda - ha aggiunto -E'inaccettabile che i lavoratori rischiano di avere 3 mila euroin meno. Per noi non e' solo una questione soldi, chiediamo ditornare a confrontarci con le richieste che riguardano icarichi di lavoro, il sottosalario,la giunga di appalti esubappalti, causa dell'inefficienza e scarsa produttivita' chel'azienda tende a scaricare sui lavoratori". Non e' tutto: lafine delle commesse in autunno e lo spettro di una nuova cassaintegrazione e' lo scenario delineato per il cantiere diPalermo che oggi vede i lavoratori Fincantieri ridotti a circa400 unita', 1.500 con quelli dell'indotto, rispetto ai 5 milalavoratori tra interni e indotto negli anni Novanta. Il 5novembre uscira' dal porto l'ultima nave della Msc inlavorazione. Poi non ci saranno nuove commesse. "Chiediamo ladistribuzione equa delle commesse in tutti i siti - ha dettoSerafino Biondi, Rsu Fiom Cgil Palermo dei Cantieri Navali -Non capiamo perche' per Palermo la missione produttiva nonpossa avere continuita' e dobbiamo andare incontro a una nuovacassa integrazione, gia' subita pesantemente negli ultimicinque-sei anni. Come scusa utilizzano il fatto che non c'e' ilbacino da 80 mila tonnellate annunciato e quindi che Palermonon e' in grado di lavorare. Questo e' un ricatto, per metterei lavoratori in una condizione di debolezza nella discussionesul contratto integrativo". "Non e' vero che Palermo non puo'lavorare: siamo l'unico cantiere del Mediterraneo con un bacinoda 400 mila tonnellate, in grandi di realizzare grandi navi. ICantieri Navali sono l'ultima grande industria rimasta aPalermo. Se dovessero chiudere, continuando sulla scia dellegrandi industrie che smobilitano dalla nostra terra, daperiferici diventeremmo marginali - ha lanciato l'allarme ilsegretario della Cgil di Palermo Enzo Campo - Occorre puntaresul rilancio del settore manifatturiero: con Cisl e Uil abbiamochiesto ai capigruppo del consiglio comunale e dei partitiall'Ars di incontrarci. La classe dirigente deve darsi da fare.Per ora, gli unici ad alzare la voce sulla sopravvivenza delCantiere sono i sindacati". Chiesto un incontro al ministerodelle Infrastrutture e al ministero dello Sviluppo Economico,per sapere a che punto sono i fondi per i bacini. "Il sindacoOrlando ha rilanciato assieme a noi questa richiesta, ilgoverno regionale invece e' rimasto completamente assente". Hasottolineato il segretario della Fiom Cgil di Palermo AngelaBiondi che per le nuove infrastrutture esistono risorse gia'stanziate che rischiano di perdersi: "Per il bacino da 80 milatonnellate ancora aspettiamo dalla Regione tre righe per ilristorno dei fondi. La nostra vertenza mette al centro carichidi lavoro e sviluppo futuro: chiediamo alla classe politica ditirare fuori un progetto industriale". (AGI).
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