(AGI) - Palermo, 14 lug. - La notte e le luci di Palermo. La peste, la voglia di guarire e le sfide del dialogo e dell'accoglienza. In un 'gioco' grande e liberatorio tra arte spettacolo e fede. Raggiunge il suo apice l'edizione numero 392 del Festino di Santa Rosalia. Alle 20, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando e dell'arcivescovo Corrado Lorefice, al suo primo Festino e reduce da un incontro con i rappresentanti delle religioni, la cerimonia di svelamento della statua della Santuzza. Fedele al tema indicato dall'amministrazione comunale - "Il centenario di Giuseppe Pitre' e l'itinerario arabo-normanno Patrimonio Unesco dell'umanita'" - il Festino e' caratterizzato da un significativo richiamo alla tradizione popolare. Dallo spettacolo al piano di Palazzo dei Normanni - da cui quest'anno alle 21 prendere il via tutto l'evento - ai diversi quadri del corteo, al carro con incursioni nel mondo della tecnologia e della innovazione multimediale. Alle 21,15 a Palazzo dei Normanni, uno spettacolo tra terra e cielo. Coreografie sospese, danzatori acrobati, ballerini in scena ed effetti multimediali accompagneranno e rappresenteranno un percorso surreale e onirico della storia di Santa Rosalia. Teatro, danza, canto, musica, acrobatica aerea ed effetti speciali dunque per lo spettacolo "Palermo e' Rosalia" di Lollo Franco in cui rivivra' la storia della vergine fanciulla vissuta nel dodicesimo secolo a Palermo all'epoca dei normanni. Nei trionfi si racconta che fosse parente, da parte di madre, del normanno Ruggiero d'Altavilla e che la sua mano fosse stata promessa a Baldovino, nobiluomo che salvo' Ruggiero da un feroce leone. La giovane Rosalia, rifiutando il prestigioso matrimonio, fuggi' da Corte e divenne romita monaca basiliana nella zona della quisquinia. Successivamente si trasferi' sul monte Pellegrino a Palermo dove mori'. Nel 1625, Palermo e' martoriata dalla peste e la gente si affida alle sante protettrici della citta' e dei quattro mandamenti cittadini - Sant'Agata, Santa Cristina, Sant'Oliva e Santa Ninfa - ma la peste continuava a mietere vittime. Durante questa crisi, narra la leggenda, l'allora poco nota Santa Rosalia apparve a Vincenzo Bonello, un saponaio salito su Monte Pellegrino per suicidarsi. La Santa indico' all'uomo l'ubicazione delle proprie spoglie aggiungendo che solo se i propri resti fossero stati portati in processione la peste sarebbe terminata. Il 9 giugno del 1625 cosi' avvenne. Nella grotta indicata dalla visione vennero trovate 27 reliquie e il 15 luglio l'arcivescovo, seguito da tutto il clero, dal senato palermitano e da alcuni eminenti cittadini portarono in processione le reliquie della Santa. In pochi giorni la citta' venne liberata dalla peste. Dal 1625 la chiesa autorizzo' il culto anche se Rosalia venne proclamata Santa, cinque anni piu' tardi: il 26 gennaio 1630.
La vita di Santa Rosalia - rappresentata in scena dall'attrice Lorena Cacciatore - si snoda attraverso il racconto del narratore, un palermitano doc fortemente legato alla sua terra natia, Lando Buzzanca. Nicola Franco veste i panni di diarista e del saponaio Vincenzo Bonello. Il tutto accompagnato dalle musiche composte da Ruggero Mascellino e Marco Betta. I diversi momenti della vita di Rosalia, prenderanno forma e vita nei quadri di danza sul palcoscenico - eseguiti da un corpo di ballo formatosi per l'occasione - sotto la guida del coreografo Alessandro Cascioli. Ricreate le atmosfere a Corte, il momento della vocazione e della fuga che s'intrecceranno con le coreografie aeree acrobatiche dei Kitonb Project, la cui cifra stilistica e' basata sullo stravolgimento dimensionale dello spazio scenico e del paesaggio. Quindi all'ascesa al cielo di Santa Rosalia, alla tentazione dei diavoli, all'arrivo della peste a Palermo per finire con la grande festa in cielo con vergini e santi. La suggestiva scenografia naturale di Palazzo dei Normanni sara' la "tela" per giochi di luci e quadri di visual art. Un percorso storico e di vita che si sviluppera' tra aria e terra e che sara' accompagnato da musiche di grande impatto emotivo e da canti mediterranei eseguiti dal soprano Letizia Colajanni.
Al termine dello spettacolo al piano di Palazzo dei Normanni,ecco il corteo. Quattro le fermate - Cattedrale, Quattro Canti - qui un momento molto sentito dai palermitani che affollano il quadrivium, di grande coinvolgimento e unione fra la citta' e la Santa, rappresentato dall'omaggio floreale del sindaco alla "Santuzza" al grido di 'Viva Palermo, viva Santa Rosalia' - Piazza Marina, Porta Felice. Il Carro - su cui prendono posto 6 turisti rappresentanti altrettante nazionalita', dei migranti e un ensemble di ottoni di maestri del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo che eseguono brani della tradizione popolare e musiche mediterranee - trainato dai devoti di Santa Rosalia appartenenti a diverse parrocchie, da una rappresentanza di giovani atleti e di migranti. A chiudere il Festino i tradizionali fuochi d'artificio al Foro italico. (AGI)
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