(AGI) - Palermo, 13 mag. - "Ho fatto il magistrato per 43 anni e quando ero ragazzo ho visto una Palermo allagata dal sangue. Servizio, impegno e responsabilita' servono a chi si deve creare un futuro. Questi concetti mi hanno accompagnato sempre nella mia vita". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, durante la sua vita al carcere Malaspina, a Palermo, incontrando i giovani detenuti. Prima di incontrare i ragazzi, il presidente ha visitato la struttura. Con lui il sindaco Leoluca Orlando e l'arcivescovo Corrado Lorefice. "Ho avuto dei momenti difficili -ha proseguito- dopo il maxiprocesso la mia vita e' cambiata. Prima andavo in Tribunale in motocicletta, ma da 30 anni la mia liberta' si e' attenuata, oggi possiamo dire che e' piu' vigilata. Questa e' stata la mia esperienza. In 43 anni quanti detenuti, imputati, ho avuto modo di incontrare, ma vi posso garantire senza mai da parte mia esprimere un giudizio morale, senza mai un giudizio etico, guardando sempre alla persona con la sua dignita'. Anche se aveva commesso un delitto non dimenticavo che dietro c'era una persona. Poi ho riscontrato che questo era un principio che aveva anche Giovanni Falcone". Quindi, rivolgendosi ai ragazzi, ha aggiunto: "Voi avete una grande occasione che vi puo' far sentire integrati o pronti all'integrazione completa. Avete una grande opportunita', mi raccomando non perdete questa occasione, avete tutte le opportunita' per ricominciare". (AGI) - Palermo, 13 mag. - "Spero che questi incontri - ha detto al termine della visita Grasso - possano avvicinare questi ragazzi alle istituzioni, a fargli capire che abbiamo fiducia in loro e mi auguro che questa fiducia sia reciproca. Devono comprendere che hanno una opportunita' in questo periodo, l'opportunita' di acquisire un lavoro e una professionalita' e di inserirsi nella societa' appena usciranno da qui". Per Grasso "questo e' molto importante; l'avvicinarsi dei Palazzi delle istituzioni ai giovani detenuti deve diffondersi sempre piu'. Ad esempio, per il 20 giugno e' in programma nell'Aula del Senato un coro di detenuti del carcere di Bologna che si esibiranno insieme a volontari e musicisti, tutti di etnie e religioni diverse, tutti parte dello stesso gruppo. Mi pare che questo possa essere un esempio di integrazione -ha aggiunto- di vicinanza agli ultimi, a coloro che hanno sbagliato ma per dare loro delle opportunita'". (AGI)
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