Tour: Aru s'arrende sul mitico Izoard, addio al successo finale

(AGI) - Col d'Izoard (Francia), 20 lug. - La si attendeva, tutti la davano per c...

(AGI) - Col d'Izoard (Francia), 20 lug. - La si attendeva, tutti la davano per certa oggi e cosi' e' stato: il mitico Izoard ha pronunciato la sua sentenza. Era la tappa-verita', quella che avrebbe deciso la sfida tra Fabio Aru e Chris Froome nella corsa per la vittoria finale del Tour de France 2017, tenendo pero' sempre d'occhio avversari come i francesi Barguil e Bardet e il colombiano Uran. E la solenne 'Casse Deserte' dell'Izoard, dal paesaggio quasi lunare, ha detto che il Tour non si chiudera' con un italiano sul gradino piu' alto del podio. Oggi Aru ha ceduto oltre un minuto a Froome, e' arrivato 13^ al traguardo, dopo 179,5 km con partenza da Briancon, con primo ad alzare le braccia Barguil, solitario in vetta e al suo secondo successo in questo Tour e ancora in salita. Alle sue spalle, con un ritardo di 20 secondi, il colombiano Atapuma, autore di una lunga fuga prima in compagnia e poi da solo e ripreso negli ultimi km della salita, che ha preceduto Bardet, Froome, anche loro a 20 secondi. Quindi Uran a 22" e via via con ritardi tra i 32 secondi e il minuto e 22 gli altri big: lo spagnolo Landa, il sudafricano Meintjes, l'irlandese Martin, il britannico Simon Yates, lo spagnolo Contador, il colombiano Quintana con il suo compagno di squadra Betancur e quindi Aru. La classifica generale vede in testa sempre Froome, seguito ora da Bardet a 23 secondi e da Uran a 29. Il quarto e' Landa, compagno di Froome nel team Sky, distanziato di 1 minuto e 36, Aru e' quinto a 1 e 55, il che significa fine della corsa. Il podio se lo giocano i primi tre. Domani e' infatti in programma una tappa per velocisti, da Embrun a Salon-de-Provence, 222,5 km, la piu' lunga di questa edizione del Tour, e sabato la cronometro di 22,5 a Marsiglia che certo non e' il terreno ideale per il corridore italiano. Mentre invece lo e' per Froome e anche per Bardet e Uran, e quindi il 'keniano bianco' deve giocarsela tutta la tappa contro il tempo, non puo' pensare di gestire il vantaggio che ha sui diretti inseguitori: venti secondi non sono una coperta sicura. Neanche per uno specialista del cronometro come lo e' Froome. (AGI)
Vic