(AGI) - Cagliari, 17 giu. - Coltivare e allevare in Sardegna costa in media il 15% in piu' rispetto alla media del territorio nazionale a causa dei prezzi piu' elevati per concimi e gasolio, ma anche per mangime e foraggi. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della mobilitazione che ha visto scendere in piazza accanto ai pastori gli allevatori, coltivatori di ortofrutta, vino, cereali e di altre produzioni impegnati a garantire la genuinita' e l'originalita' della vasta offerta agroalimentare di un territorio unico. Secondo l'analisi dell'ufficio economico della Coldiretti in Sardegna sono piu' cari i concimi dell'8%, i mangimi del 10%, il gasolio agricolo del 16% e il foraggio del 20% con effetti pesanti sull'attivita' delle imprese agricole. Si tratta degli effetti dell'isolamento geografico amplificati - denunciano gli agricoltori - da sistemi di collegamento insufficienti ed infrastrutture adeguate. Un disagio che - continua la Coldiretti - ha conseguenze anche sul piano sociale con il rischio dello spopolamento delle aree interne piu' difficili. Lo svantaggio competitivo strutturale pesa sull'agricoltura con la Sardegna che importa piu' della meta' del proprio fabbisogno alimentare mentre - sottolinea la Coldiretti - ci sono enormi opportunita' dallo sviluppo di coltivazioni specializzate di avanguardia quali ortaggi e frutta, accanto alla valorizzazione di quelle storiche dell'ulivo e della vite che sono presenti nelle zone collinari. Senza parlare dell'allevamento bovino che - continua la Coldiretti - ha una tradizione secolare con una posizione di avanguardia nel rispetto ambientale grazie ai pascolo e allo sviluppo di filiere italiane al 100% con la linea vacca-vitello. (AGI)
Red/Sol