Ilva: dopo ponte Governo si rimette al lavoro sul dossier
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Ilva: dopo ponte Governo si rimette al lavoro sul dossier

Ilva: dopo ponte Governo si rimette al lavoro sul dossier

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(AGI) - Taranto, 7 dic. - Trascorso il ponte festivodell'Immacolata, il Governo si rimettera' al lavoro sul dossierIlva. Obiettivo, trovare una soluzione alla crisi dell'azienda,darle un assetto stabile e consentirle di affrontare ilprogramma di risanamento ambientale del siderurgico di Tarantocui e' obbligata dalle prescrizioni Aia. Un lavoro moltocomplesso ma che almeno puo' avvenire in un clima di relativatranquillita'. L'azienda, infatti, ha messo al sicuro, con gliulteriori 125 milioni accordati dalle banche con la secondarata del prestito ponte, stipendi di novembre, tredicesima epremio di risultato ai dipendenti e anche, con 10 milioni, ilpagamento di una quota delle spettanze maturate dall'indotto eappalto siderurgico di Taranto per i lavori effettuati. Nella complicata vicenda Ilva, la piu' grande vertenzaindustriale aperta nel Paese in questo momento, due sembrano ipunti fermi: la necessita' di far presto, perche' l'azienda none' nelle condizioni finanziarie per andare oltre gennaio, e ilricorso all'intervento pubblico, sia pure temporaneo. Sebbeneil premier Matteo Renzi abbia detto piu' volte che laproduzione dell'acciaio e' cosa che devono gestire i privati,la specificita' e la particolarita' del caso Ilva richiederebbeun intervento a tempo dello Stato. Ma in che modo? Non e'facile costruire il percorso sotto il profilo tecnico-giuridicoe Palazzo Chigi, Mise e gestione commissariale dell'aziendastanno provando a farlo. Un elemento che sembrerebbe certo e'portare l'Ilva in amministrazione straordinaria utilizzando iprincipi della legge Marzano. Per l'Ilva, pero', la leggeandrebbe modificata considerato che il gruppo dell'acciaio none' in condizioni di insolvenza. La modifica della Marzanopotrebbe avvenire o con un emendamento alla legge di Stabilita'oppure ad un altro provvedimento all'esame del Parlamento. None' esclusa anche la possibilita' di un decreto legge ad hoc. Inogni caso, la modifica della Marzano attraverso emendamento odecreto e' cosa che dovrebbe chiarirsi prima di Natale. A quelpunto, il commissario dell'Ilva avrebbe piu' poteri esoprattutto un quadro normativo completamente nuovo rispettoall'attuale. In tal senso c'e' anche l'ipotesi cheamministratore di questo nuovo corso per l'Ilva possa esserel'ex ad di Luxottica, Andrea Guerra, alcuni giorni consulente atitolo gratuito per le questioni strategiche del premier Renzi.Oggi, invece, l'Ilva e' affidata al commissario Piero Gnudi,nominato dal Governo Renzi ai primi di giugno. Prima di Gnudi,commissario Ilva per un anno era stato, su nomina del GovernoLetta, Enrico Bondi. Circa il riassetto societario, se dovesse essere confermatala volonta' del Governo di affidare l'Ilva ad una gestionepubblica per un periodo circoscritto, c'e' anche l'ipotesi diricorrere a Fintecna, la societa' pubblica trasferita dal Mefalla Cassa depositi e prestiti. Fintecna ha infatti gestito le liquidazioni di Iri eFinsider - quest'ultima era la caposettore della siderurgiaquando l'Ilva, prima di essere venduta a Riva, era controllatadallo Stato -. Fintecna, gia' diversi anni fa, a fronte di uncontenzioso ambientale sorto proprio con Riva, ha accantonatoin titoli pubblici 140 milioni di euro per interventi dibonifica a Taranto, fondi mai usati, ne' e' riuscito iltentativo di dirottarli alla legge 171 del 2012 suldisinquinamento dell'area esterna al siderurgico. Inoltre,Fintecna e' stata tirata in ballo sia dall'ex commissarioBondi, che da privati, sempre per questioni ambientali sortequando l'acciaieria era pubblica e poi trascinatesi negli anni.Fintecna, quindi, avrebbe il profilo giusto per intervenire perl'Ilva e presenterebbe meno vincoli di Cassa Depositi ePrestiti. Adesso si vedra' nel prosieguo della vicenda quantoil Governo reputi concretamente percorribile la stradaFintecna, ma l'ipotesi sarebbe comunque allo studio. Se tale soluzione andasse in porto, non ci sarebbe nessunacessione dell'Ilva ad altri privati. Almeno per ora. Come Renzinon ha escluso di fare, l'azienda tornerebbe infatti pubblicaper un certo periodo di tempo. Quello necessario a rimetterlain sesto sotto l'aspetto industriale, a norma sotto il profilodella sicurezza e a fare i lavori ambientali dell'Aia. Solodopo, l'Ilva verrebbe venduta, naturalmente in condizionimigliori rispetto ad oggi. Il punto critico da superare e'pero' come convincere l'Unione Europea che non si tratta diaiuto di Stato. Una via d'uscita potrebbe essere quello dipresentare l'Ilva di Taranto a Bruxelles - che ha aperto asettembre 2013 una procedura di infrazione verso l'Italia perle violazioni ambientali dell'azienda - come un casostraordinario, limite, che richiede l'intervento pubblico afronte di condizioni eccezionali. Ma bastera' a convincere laUe? Per il risanamento, l'azienda potrebbe contare sia sullerisorse sequestrate ai Riva, 1,2 miliardi per presunti reatifiscali e valutari che a breve si conta di poterdefinitivamente sbloccare, sia sui finanziamenti che la stessaIlva potrebbe chiedere alla Banca europea degli investimenti.Va detto che il ricorso alla Bei fu prospettato gia' due annifa, motivandolo col fatto che l'Aia dell'Ilva presentavasoluzioni innovative e anticipatarie delle prescrizioni Bat perla siderurgia (si tratta delle migliori tecniche di gestione). Per l'acquisizione dell'Ilva si sono fatti avanti nelleultime settimane la cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia eArvedi. Insieme con i privati si e' studiato anche un possibilecoinvolgimento della Cdp, ipotesi che resta ancora sul tavolodel Governo. (AGI).
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