Torino - Due finte amiche e un bottino di 8 milioni di euro in gioielli e preziosi: sono i 'protagonisti' di un maxi-furto di cui è stata vittima una facoltosa signora torinese. Le indagini, avviate nel 2015 dalla polizia di Torino con la sezione antirapine della squadra mobile, hanno condotto a quattro arresti: due pregiudicati slavi, finiti entrambi in carcere, Zef Zefi e Denis Jovanovic, e due donne, Maddalena Rizzi e Aurora Sylvie Lanza, madre e figlia titolari di un negozio di abbigliamento, agli arresti domiciliari. La ricca refurtiva, tuttavia, non è stata ancora recuperata.
Dopo una minuziosa attivita' investigativa e anche grazie ad una complessa attivita' di analisi dei traffici telefonici, l'attenzione dei poliziotti si e' concentrata sulle due donne, il cui negozio è vicino all'attico della vittima in via Giolitti. Le due donne, madre e figlia, intrattenevano con la ricca torinese - loro assidua cliente - anche un rapporto di amicizia e non di rado si recavano nella sua abitazione per farle provare gli abiti. Le due riuscivano così a riferire ai complici particolari importanti sulla struttura della casa della vittima, sulle sue abitudini, sul luogo in cui era custodita la cassaforte e quello in cui la donna era solita nasconderne le chiavi.
Dalle indagini e' emerso che ad eseguire materialmente il 'colpo' e' stato Zefi, albanese di 41 anni, pregiudicato e gia' noto nel Milanese per aver commesso altri furti. Qualche anno prima, in carcere ad Asti, l'uomo aveva conosciuto Jovanovic, fidanzato con la piu' giovane delle ndagate. La polizia e' sulle tracce di altre persone che avrebbero contribuito alla realizzazione del maxi-furto. (AGI)