Garlasco: domani sentenza appello bis per Stasi
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Garlasco: domani sentenza appello bis per Stasi

Garlasco: domani sentenza appello bis per Stasi

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(AGI) - Milano, 16 dic. - Ancora il 17 dicembre, ancora unadata che, a dispetto della superstizione, porta fortuna adAlberto Stasi. Cinque anni fa, l'ex studente bocconiano, ora31enne commercialista, veniva assolto dal gup di VigevanoStefano Vitelli dall'accusa di avere ucciso la fidanzata ChiaraPoggi il 13 agosto 2007. Domani, si ritrovera' davanti agiudici togati e popolari che leggeranno il verdettodell'appello bis con al centro uno dei delitti piu' oscuridegli ultimi anni. Nell'ottobre 2013, la Cassazione avevaannullato la doppia assoluzione pronunciata dal gup e poi daigiudici milanesi di secondo grado ordinando una "rilettura erivisitazione" di tutti gli indizi a carico di Stasi. Dopo novemesi, il collegio della Corte d'Assise d'Appello, presieduto daBarbara Bellerio, e' chiamato a un verdetto difficile, comunquedestinato a lasciare una scia di dubbi in un processo che havisto accusa e parte civile da una parte e difesa dall'altra,combattersi in modo feroce, in aula e sui media. Il sostitutopg Laura Barbaini ha chiesto 30 anni di carcere per omicidioaggravato dalla crudelta' affermando, nel corso dellarequisitoria, che Stasi e' il "soggetto verso il qualeconvergono tutti gli elementi indiziari positivi e nonnegativi". Secondo il pg, l'imputato ha "colpito piu' volteChiara sfondandole la calotta cranica" e ha gettato il suo"corpo inerte giu' dalle scale della cantina con massimodispregio, privo di qualsiasi pietas, volendosi in qualche modoliberare con rabbia di quel corpo". L'indizio piu' potente a carico di Stasi, secondo Barbaini,e' che c'erano remote possibilita' per lui di non sporcarsi lescarpe col sangue della vittima cosparso nella villetta di viaPascoli. Lo ha certificato una nuova perizia disposta dallaCorte che, questa volta e su diktat della Cassazione, ha tenutoin considerazione anche i gradini della scale dell'abitazionedei Poggi sulla quale l'ex bocconiano avrebbe trovato il corpodella compagna. Invece il ragazzo arrivo' in caserma con unpaio di Lacoste immacolate. Per l'accusa, esperimentiscientifici dimostrano che, dopo avere calpestato il sangue,Alberto avrebbe dovuto perlomeno lasciare delle tracce sultappetino della Golf a bordo della quale raggiunse la stazionedei carabinieri. La difesa ribatte che le suole eranoidrorepellenti e si pulirono 'rilasciando' il materiale ematicodurante il tragitto e che, in ogni caso, il sangue era ormaiessiccato. Un altro elemento valorizzato nella nuovaricostruzione dell'accusa e' una foto in cui si vedono leimpronte insanguinate di quattro dita sulla spalla sinistradella maglia del pigiama rosa indossata da Chiara quando apri'la porta al suo carnefice. Impronte di cui non si e' trovata la'firma' per un clamoroso errore di chi giro' e rimosse ilcadavere 'cancellando' cosi' il prezioso riscontro. Restacomunque l'immagine che alla Procura Generale da' una certezza:Stasi si lavo' le mani dopo il massacro, come testimonierebbela presenza del suo dna sul dispenser del bagnetto. Ribatte ladifesa, guidata dal professor Angelo Giarda, che poiche' quelloera un dispenser 'usa e getta' non si capisce perche' Stasi nonl'abbia buttato via dal momento che nessuno sapeva della suaesistenza (i genitori di Chiara erano in vacanza). Inoltre,sottolinea che il luminol non ha evidenziato alcuna traccia disangue nel bagno, nemmeno nel lavandino e che sono scomparsidue teli da mare dal bagno, e con quelli probabilmentel'assassino si puli'. Altra carta messa sul tavolo dall'accusasono due fotografie che mostrano la scena del delitto inaltrettante versioni. Una, illuminata dal flash, l'altra dallaluce naturale come sarebbe apparsa a Stasi se davvero fossearrivata a casa di Chiara all'ora di pranzo. Nell'immaginesenza flash, il volto della ragazza e' rappresentato come unamacchia nera, il che contraddice la versione di Stasi che aicarabinieri racconto' di avere visto il volto "pallido" diChiara. La replica della difesa e' che le fotografie furonoscattate in un momento successivo a quello del ritrovamento delcorpo da parte di Alberto il quale aveva quindi una visualediversa, con piu' luce, come confermo' un sopralluogoeffettuato dal giudice di primo grado. E ancora, nella aspradialettica tra accusa e difesa, questo nuovo processo ha fattoemergere la presenza di presunti graffi sul braccio sinistrodel sospettato. Due carabinieri chiamati a deporre hannoconfermato l'esistenza di queste lievi escoriazioni di cuipero' non c'e' agli atti alcuna immagine. Per i legali, ilpresunto indizio dei graffi perde consistenza dal momento che iperiti non sono riusciti a identificare con certezza il dna diAlberto sotto le unghie di Chiara, smorzando cosi' l'ipotesidella colluttazione tra i due. In una memoria, la difesa haanche riportato le dichiarazioni del medico che misuro' lapressione ad Alberto dopo il delitto e nega di avere visto queigraffi. "Se li avessi visti - ha detto il medico - l'avreifatto presente subito". Al di la' delle novita', restanol'assenza dell'arma, per l'accusa un martello (mai trovato), edi un movente chiaro. Barbaini ha parlato della possibilita'che la vittima avesse visto immagini ose' nel computer delfidanzato (Stasi e' comunque stato assolto in Cassazionedall'accusa di detenzione e divulgazione di materialepedopornografico). Infine, elemento non nuovo ma semprenevralgico della bicicletta. Accusa e difesa concordano sulfatto che quasi certamente l'assassino arrivo' in bicicletta invia Pascoli. Per Barbaini la bicicletta e' quella nera dadonna, vista da una vicina di casa dei Poggi, e sequestratasolo in questo appello bis. Domani, il verdetto. Alberto,descritto da chi gli e' vicino "un po' agitato", sara' comesempre in aula cosi' come i genitori di Chiara, rappresentatidall'avvocato Gian Luigi Tizzoni che ha svolto un intensolavoro di indagini anche in questo nuovo capitolo della vicendaed e' convinto della colpevolezza di Stasi. Dopo le replichedella difesa e le controrepliche dell'accusa, salvo improbabilidichiarazioni spontanee dell'imputato, i giudici si ritirerannoin camera di consiglio. (AGI)Mi2/Fed
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