(AGI) - Roma, 29 set. - Nell'ambito di una complessa e articolata indagine condotta in materia di reati fallimentari, diretta dalla procura della repubblica di Brescia, i militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brescia hanno eseguito ieri un decreto di sequestro preventivo di oltre 3.845.000 euro nei confronti di tre istituti di credito operanti sul territorio nazionale.
Per quasi tre anni i finanzieri hanno analizzato nel dettaglio le vicissitudini fallimentari che hanno visto coinvolte 21 societa' appartenenti al Gruppo Medeghini, storica realta' italiana specializzata nella produzione e nella vendita all'ingrosso e al dettaglio di prodotti lattiero-caseari, con circa 500 dipendenti, 450 milioni di euro di fatturato e un indotto in grado di dare lavoro ad altre 1.000 persone. Secondo gli investigatori che hanno portato a termine l'operazione 'ghost cheese', le principali imprese del Gruppo, infatti, tra le quali la Medeghini s.p.a., sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Brescia tra il 2010 e il 2013.
Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini hanno permesso di ipotizzare, tra l'altro, l'accusa di concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale nei confronti di 51 funzionari bancari, di cui 25 alle dipendenze degli istituti bancari destinatari del provvedimento di sequestro in esame. Le posizioni dei restanti 26 soggetti sono tuttora al vaglio dell'autorita' giudiziaria.
Sempre secondo quanto supposto dagli investigatori, i contorni dello specifico contesto emergono dall'analisi della posizione creditoria, priva di garanzie reali, vantata dai tre istituti di credito nei confronti delle imprese del Gruppo, divenuta nel tempo troppo rischiosa, soprattutto alla luce dello stato di dissesto societario in cui versavano le aziende debitrici.
Pertanto, le banche interessate si sono attivate per trasformare le linee di credito erogate (quelle cioe' non garantite) in finanziamenti garantiti concessi alle imprese collegate al Gruppo Medeghini per poter godere, in caso di fallimento, di una posizione privilegiata a discapito della restante massa dei creditori sociali.
In altri casi, i citati soggetti finanziatori, per tutelare maggiormente i propri interessi, provvedevano a traslare il credito vantato nei confronti di societa' patrimonialmente deboli verso imprese che manifestavano una maggiore solidita'.
Grazie all'analisi e alla ricostruzione di una fitta rete di operazioni finanziarie, di numerosi negozi giuridici e di rapporti finanziari di varia natura, nonche' di copiosa documentazione amministrativo-contabile, e' stato possibile segnalare alla Procura della Repubblica di Brescia la condotta illecita, tenuto conto dei vantaggi e delle utilita' tratti dalle banche coinvolte. Per questo motivo, le somme di denaro costituenti i finanziamenti erogati o garantiti sono state considerate profitto diretto del reato e, in quanto tali, sottoposte a sequestro preventivo con apposito provvedimento emesso dal competente gip, su richiesta della Procura della Repubblica di Brescia.(AGI)
Red/Mav