(AGI) - Roma, 26 set. - Ripartono gli appuntamenti a Il Margutta Veggy Food & Art, e si comincia mercoledi' 28 con "Urban Eyes", ossia occhi urbani, che suona come "urbanize", ossia urbanizzare. Un doppio significato per una doppia chiave di lettura. L'Urban, infatti, diventa l'obiettivo e lo strumento di una mostra che raccoglie le opere di Giorgio Bartocci, DAFF, EFY, Luca Font e NEO: cinque nomi noti nell'urban art con in comune l'uso dello spray e la forte identita' di un percorso condiviso ma allo stesso tempo individuale. Si tratta della prima mostra della stagione espositiva de Il Margutta Veggy Food & Art, voluta dalla titolare Tina Vannini con la cura e l'organizzazione di D.d'ARTE e Profilexpo. Una trentina le opere in mostra, e l'esposizione e' visitabile tutti i giorni sino a fine novembre. Il vernissage di mercoledi' si arricchira' della performance del dj e MC Papaceccio e della popping animation della UDA urban dance academy. La scintilla 'urban' scocca negli Usa, soprattutto a New York, negli anni Settanta e Ottanta. Nasce da un bisogno di creativita' libera, fuori dalle logiche del mercato dell'arte, appropriandosi di un territorio dimenticato: le aree a margine dei contesti urbani trascurati o abbandonati, come muri e capannoni, strade e palazzi dissestati. Argomenti diversi, tecniche inusuali, provocazioni sociali e idee surreali: un mix di colori e luci, di strategie e sinergie che si fondono per creare qualcosa di nuovo, una voce di rottura, sull'onda estesa della cultura hip-hop. "La compresenza qui in mostra di artisti differenti, pur legati tra loro da momenti di storia comune, - spiega la curatrice Francesca Barbi Marinetti - va a sottolineare quanto lo spirito dell'azione creativa urban sia in direzione di un'opera collettiva che comprenda e conservi molteplici segni e significati. Le opere su tela, carta o tavola conservano l'urban come matrice di ispirazione a favore di un percorso di una piu' personale presa di coscienza artistica. Il confronto diretto con il pubblico, la poetica urban, accoglie un'altra dimensione di sfida che e' su piccole dimensioni". A proposito degli artisti, Giorgio Bartocci (nato a Jesi nel 1984) sviluppa un linguaggio creativo istintuale e fluido da cui emergono figure congiunte da un movimento armonico, continuo e atavico. Tratto distintivo di e' una stilizzazione di occhi-naso-bocca impressa nella materia danzante, a ricordare l'elemento palpitante e vitale che lega il mondo. A sua volta DAFF (Bruno Battaini, nato a Milano nel 1977) inizia come writer, ma oltre ai marker, acrilici e spray, per il suo universo artistico utilizza stickers, vecchie lire, carte, francobolli, pezzi di metallo tutti originali e vintage. Si va dai treni e muri fino ai tatuaggi passando per i lavori su carta, come minimo comune denominatore delle creazioni di Luca Font (Bergamo, 1977), con interesse per grafica e la sintesi visiva, mentre per NEO (Stefano Biancheri, nato a Milano nel 1977), dallo spray al colore liquido, attraverso la gestualita' e il dripping, le sue creazioni sono squarci visionari di luce ed energia che vanno a ricomporre in geometrie reticolari una dialettica tra gli opposti. Infine EFY (Paolo Martin Cremonesi, nato a Lodi nel 1982), che reinterpreta l'antica tecnica di stampa della xilografia utilizzando catrame e spray al posto dell'inchiostro, per ottenere ogni volta pezzi unici pur utilizzando la stessa matrice. "Il Margutta riapre con una ventata di energia e di contemporaneita' - spiega la titolare Tina Vannini - Anche quest'anno abbiamo deciso di puntare sulle idee e sulla originalita' creativa dei giovani talenti, scommettendo su di loro con una mostra che, ne sono sicura, vi conquistera'. Questa, nata dalla collaborazione fruttuosa con Francesca Barbi Marinetti e Marco Sermoneta, raccoglie in se' il meglio di questa dimensione artistica di cui, anche in futuro, torneremo a parlare con grande interesse". (AGI)
Vic