(AGI) - Roma, 3 lug. - C'era il liceo, c'erano gli amici e
quell'orologio portato sull'interno del polso in segno di
appartenenza. C'erano la filosofia, i poeti e i professori, la
Welthanschauung e lo Sturm und drang, la presunzione della
giovinezza. C'era il sesso, o piu' probabilmente non c'era. Poi
l'universita', l'amore e quel lento distacco reciproco. Infine
il passaggio silenzioso a cio' che chiamiamo vita adulta e la
scoperta che cio' che era non era affatto come era, in realta'.
E' "Il senso di una fine" di Julian Barnes, successo editoriale
letto in modo struggente da Fabrizio Bentivoglio per le
edizioni Emons. Un piccolo romanzo, una lettura che ci
inghiotte nel tentativo di "dare un senso al modo in cui diamo
un senso al mondo".
Tony Webster e' un uomo senza qualita' che si avvia a una
tranquilla vecchiaia. Alle spalle un'esistenza ordinaria, al
riparo dalle emozioni e da qualsiasi stravaganza, un rapporto
discreto con la figlia con la ex moglie. Ma la lettera con cui
un avvocato gli annuncia il lascito di cinquecento sterline e
di un diario proveniente dal passato scuote il fondo limaccioso
della sua vita. Tony deve ora scoprire chi gli ha destinato
quell'ingombrante eredita' e perche' ha scelto proprio lui, e
quale segreto rabbiosamente custodito quel diario potrebbe
rivelare. Nel porsi queste domande, s'imbattera' in risposte
che avrebbe preferito non conoscere e imparera' a sue spese che
"la nostra vita non e' la nostra vita, ma solo la storia che ne
abbiamo raccontato". Bentivoglio, attore di cinema, teatro e
tv, ha gia' letto per Emons "Notti bianche" di Feodor
Dostoevskij e "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan
Kundera.
"Il senso di una fine" ha vinto il Man Booker Prize, il
piu' importante premio letterario di lingua inglese.(AGI)
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