Immigrati: a Roma la scultura 'Mare Nostrum' di Patrizia Borrelli
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Immigrati: a Roma la scultura 'Mare Nostrum' di Patrizia Borrelli

Immigrati: a Roma la scultura 'Mare Nostrum' di Patrizia Borrelli

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(AGI) - Roma, 9 giu. - Un fondo marino blu scuro che inghiottefigure umane appena accennate, che tentano di aggrapparsi allavita raffigurata come un esile filo di ferro attorcigliatoverso l'alto. Patrizia Borrelli, formatasi all'Accademia diBelle Arti di Roma, ha dato alla sua scultura l'inequivocabiletitolo 'Mare Nostrum'. Nell'opera l'artista affronta ilfenomeno dell'immigrazione, calando nel fondo marino la nostraangoscia per le perdite spropositate di vite che cercavanovita. "I nostri occhi si agganciano al buio del mare profondodove e' arenata la carcassa di una imbarcazione - spiega - eseguono corpi e resti fluttuanti verso la superficie piu'ingannevolmente azzurra". Patrizia Borrelli sviluppa la realizzazione di ideeimmaginate - con poca materia tridimensionale - in forme cheracchiudono lo spazio. La carne - a volte plasmabile instrutture di volume e consistenza apparentemente fluidi - perdela fermezza e il suo peso d'origine. Oppure resta sospesa nelvuoto circoscritto da confini di fili di ferro, evocandone ilmovimento con scarni appigli naturalistici". Sulla funzionesociale dell'Arte e sul ruolo che la societa' attuale le hariservato l'autrice sostiene che "l'Arte fa leggere nelpensiero degli uomini, fa percepire le voci interiori, leparole non pronunciate: nel piu' completo silenzio. Oppureurlare il terrore, il dolore. L'Arte - fingendola - puo'interporsi fra noi e la Morte. Ci aiuta a esorcizzare l'ansiadel suo buio e della sua ineludibilita', malgrado inscindibilidalla Vita".(AGI) Mal (Segue)
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