(AGI) - Bologna, 1 lug.- "Ho partecipato a questo incontro e' ho detto ai lavoratori che in questo momento non c'e' una funzione del ministero del lavoro, perche' e' una vicenda che riguarda un'impresa, i lavoratori, i soci di questa societa'": cosi' il ministro del lavoro Giuliano Poletti, al termine dell'incontro in Regione a Bologna, con i sindacati e il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, dove a margine di una conferenza sulla cooperazione di cui era ospite il ministro si e' svolta l'accesa contestazione di un centinaio di lavoratori della Fiera di Bologna coinvolti in una procedura di licenziamento collettivo: 123 i dipendenti di BolognaFiere- si legge in una nota di Usb distribuita durante la manifestazione- su un totale di 242 che hanno ricevuto le lettere di avvio della procedura, dipendenti con contratto part time verticale, per lo piu' personale addetto allo svolgimento di eventi fieristici. All'insegna di "Il posto di lavoro non si tocca" , "tagliamo i dirigenti" i lavoratori hanno esposto uno striscione, esibito cartelli e urlato slogan riuscendo a trappare l'incontro con i rappresentanti di cinque sigle sindacali. Al termine dell'incontro, i sindacati hanno riferito che per discutere della situazione e' stato convocato per i prossimi giorni un tavolo metropolitano. "Auspico che si sviluppi un confronto, una discussione su questa situazione - ha detto ancora Poletti - che deve riguardare il piano industriale e il futuro della fiera. Siamo tutti consapevoli che la fiera e' molto importante per Bologna- ha concluso il ministro - per quello che sara' necessario e se ci sara' richiesto, come sempre in questi casi, saremo a disposizione. In questo momento questo tema non c'e', perche' siamo all'inizio di un confronto che credo vada lasciato a chi ne ha la competenza". (AGI)
Si e' tenuta oggi una nuova iniziativa, dopo le assemblee ed il presidio in fiera di questi giorni, presso la torre della Regione ER che ospitava il convegno sulla cooperazione come "modello di lavoro e sviluppo sostenibile", alla presenza del ministro Poletti.
Il presidio ha ottenuto un incontro della delegazione sindacale con il presidente della Regione Bonaccini, il Ministro del Lavoro, l'assessore alle Attivita' Produttive Palma Costi.
Un incontro che ha messo sul tavolo la "sola" disponibilita' ad aprire un confronto tra Regione, Citta' Metropolitana e Comune, una disponibilita' che del resto e' dettata formalmente dalla procedura di mobilita' aperta dal presidente della Fiera, Boni. Nulla di nuovo, quindi, allo stato attuale, nessun ritiro dei licenziamenti.
A mezzo stampa si sprecano rassicurazioni da parte dei vari soggetti in campo, mentre l'affanno dei sindacati e' tutto proteso a "pretendere" un ruolo nella gestione di questi esuberi, determinati da un Piano Industriale che non e' mai stato reso pubblico, a fronte dello stanziamento di 5 milioni di euro da parte della Regione e di crediti per quasi una decina di milioni non contabilizzati, a lasciare scoperto quel famoso buco di bilancio aziendale di 8,9 milioni. Finanza creativa, dunque, esperimenti di marketing d'assalto, nel triangolo tra viale Aldo Moro, Via Michelino e Palazzo D'Accursio.
La novita' invece c'e', secondo USB, e riguarda la modalita' inaugurata proprio sulla vicenda di BolognaFiere di intendere le relazioni industriali del nuovo millennio.
Per prima cosa si aspetta che le elezioni siano concluse per non mettere a rischio gli equilibri; poi, avvalendosi di fidi esecutori (Boni) si prepara l'opinione pubblica all'evidenza di un bilancio disastroso (nei modi in cui dicevamo prima), nel frattempo si tranquillizzano i lavoratori che non saranno loro a farne le spese.
Quindi, come una granata stordente, arrivano i licenziamenti; allo sbigottimento iniziale dei lavoratori subentra la rabbia, che viene gestita con la solidarieta' di facciata e la promessa di "un tavolo di gestione" da parte dei soci pubblici, coloro che dovrebbero garantire la solidita' del tessuto sociale e industriale di comune e regione.
Capiamo che il piano nazionale del PD sia quello, in esatta continuita' con le direttive europee, di dismettere tutto quanto sia rimasto di pubblico o di semipubblico, che il mercato pretende il suo sacrificio di sangue fatto sulla precarizzazione dei lavoratori, ma francamente troviamo la manovra messa in atto per "accompagnare" quella che si chiama esternalizzazione (attenzione alle varie dichiarazioni quali "ripensare il modello" o "creare le condizioni per gli investimenti") sia abbastanza triste e di pessima rappresentazione teatrale.
L'appello che USB manda alle lavoratrici ed ai lavoratori della Fiera e' quello di tenere alta l'attenzione e la rabbia, nulla dovra' passare sulle loro teste, tantomeno la "gestione" della trattativa che, in quanto tale, limitera' i danni, ma non evitera' la svendita di diritti, di salario, di buona occupazione.
Ari