Napoli - "Un gioco di spavalderia finito in tragedia". Cosi' definisce quanto accaduto in un appartamento di Caserta il capitano dei carabinieri della compagnia cittadina, Andrea Dell'Olio, che sta guidando le indagini sull'omicidio di Marco Mongillo, il ventenne morto ieri in un'abitazione del Rione Rosalia a Caserta con un colpo di pistola alla testa sparato dal suo amico Antonio Zampella, arrestato dopo aver reso piena confessione agli investigatori. Non una rouletta russa, dunque, visto che non si trattava di una pistola a tamburo, ma di una semiautomatica browning cal. 7,65 con matricola abrasa contenente ancora un proiettile incamerato e altri cinque nel serbatoio e ritrovata nel sottoscala del fabbricato. "Abbiamo una persona arrestata e l'arma - dice il capitano - su cui verranno eseguiti esami balistici, ma l'indagine continua perche' vanno valutate altre cose". Sul corpo del giovane sara' eseguita l'autopsia per stabilire l'esatta traiettoria del colpo e la distanza. Intanto, l'appartamento di via Cappuccini e' stato posto sotto sequestro e i militari gia' stamattina ritorneranno per ulteriori attivita' investigative come per esempio escludere o meno la presenza di sostanze stupefacenti. "I due ragazzi erano amici da molto tempo - conclude il capitano - al momento non abbiamo elementi per pensare ad un qualcosa di diverso dal gioco spavaldo finito male".
Antonio Zampella, 23 anni, è fratello di Umberto, 19 anni, che nelal casa del delitto scontava gli arresti domiciliari. Mongillo, incensurato, lavorava in pizzeria. Era andato a casa dell'amico e qui Antonio ha mostrato ai due la pistola che poi gli inquirenti hanno trovato in un sottoscala, carica. Con ogni probabilità l'arma è passata di mano in mano finchè il colpo non è partito e ha ucciso Marco. Antonio si è dato alla fuga, ma i carabinieri lo hanno individuato e stamattina il giovane si è presentato al comando della Compagnia di Caserta per confessare. (AGI)