(AGI) - L'Aquila, 24 ago. - "Non ero qui a L'Aquila nel giorno del terremoto ma ne ho visti gli effetti e il 'mostro' oggi si e' scatenato anche nell'Ascolano e nel Reatino. Veglio, come tutti, dalle 3.37 di questa notte e oggi ho sospeso ogni impegno per recarmi nei luoghi dell'ascolano dove sono stato parroco per 17 anni, in particolare a Trisungo. Trisungo dista a non piu' di 4 km da Arquata e Pescara del Tronto e quindi conosco molta gente. E oggi mi rechero' da quella che e' stata la 'mia gente' per 17 anni". Lo ha detto l'arcivescovo metropolita dell'Aquila, mons. Giuseppe Petrocchi, che questa mattina da Radio L'Aquila 1 doveva intervenire per inviare un messaggio sulla Perdonanza appena iniziata. Inevitabilmente l'argomento e' stato il terribile sisma di questa notte. Dopo l'intervista condotta da Vanni Biordi il presule si e' recato tra i terremotati di Arquata e Pescara del Tronto portando il saluto della comunita' aquilana. "Voglio andare li' per dire soltanto: 'sto con voi, vi voglio bene, vivo all'unisono questa situazione di dolore, vi accompagno con la preghiera, su di me potete contare. E sono certo che nessuno come gli aquilani possa capire questa mia scelta. Oggi - ha aggiunto l'arcivescovo nell'intervista - sono aquilano ma resto ascolano nelle mie identita' costitutive. Appena arrivo nei dintorni di Arquata e Pescara del Tronto diro' alle persone che incontrero': 'vi porto l'abbraccio degli aquilani, della mia famiglia aquilana e sappiate che gli aquilani con voi oggi assumono questa sofferenza ma con voi si aprono alla speranza e dicono: 'coraggio, non siete soli". (AGI)
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