Tangenti: pg chiede assoluzione D'Alfonso e condanna Dezio
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Tangenti: pg chiede assoluzione D'Alfonso e condanna Dezio

Tangenti: pg chiede assoluzione D'Alfonso e condanna Dezio

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(AGI) - L'Aquila 20 mar. - Ha preso il via, questa mattina,davanti alla Corte d'Appello dell'Aquila l'udienza riguardantel'inchiesta denominata "Housework" su presunte tangenti negliappalti pubblici al Comune di Pescara, che il 15 dicembre 2008porto' all'arresto dell'attuale governatore abruzzese LucianoD'Alfonso, all'epoca dei fatti sindaco del capoluogo adriatico,del suo ex braccio destro Guido Dezio e dell'imprenditoreMassimo De Cesaris. In primo grado la vicenda si concluse conl'assoluzione di tutti e 24 gli imputati. Il ricorso pero'riguarda la posizione di D'Alfonso e di altre 17 persone. Ilprocuratore generale Ettore Picardi, oggi, ha chiestol'assoluzione per tutti gli imputati relativamente alla maggiorparte dei capi di imputazione oggetto del ricorso; per seiaccuse ha invece chiesto la prescrizione. Solo per Dezio,inoltre, ha chiesto una condanna di 2 anni e 6 mesirelativamente pero' al reato contestato al capo B, cioe'tentata concussione. Da questa accusa, riguardante la gestionedel bar del Tribunale di Pescara, Dezio era stato assolto inprimo grado. La prossima udienza si terra' il 30 marzo e inquella occasione e' prevista anche la sentenza. A fare ricorsocontro l'assoluzione di D'Alfonso, coinvolto nei fatti inqualita' di sindaco di Pescara, emessa in primo grado dalTribunale di Pescara l'11 febbraio 2013, il pm Gennaro Varone.Il ricorso riguarda poi Guido Dezio, Massimo De Cesaris, AngeloDe Cesaris, Pierpaolo Pescara, Fabrizio Paolini, RosarioCardinale, Giacomo Costantini, Nicola Di Mascio, PietroColanzi, Alberto La Rocca, Carlo Toto, Alfonso Toto, GiampieroLeombroni, Marco Mariani, Francesco Ferragina, Antonio Dandolo,Vincenzo Cirone. L'appello, inoltre, non riguarda tutti i capidi imputazione. Gi imputati erano accusati, a vario titolo, direati che vanno dall'associazione per delinquere allacorruzione, alla concussione, alla tentata concussione,all'abuso, al peculato alla truffa, al falso,all'appropriazione indebita. In primo grado il pm aveva chiestoper D'Alfonso e Dezio sei anni di reclusione, due anni e seimesi per gli imprenditori Toto. Vari i filoni dell'inchiesta,tra cui l'appalto per le aree di risulta e quello relativo alproject financing dei cimiteri cittadini. (AGI)
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