Sanita': malato Parkinson ricammina dopo "trattamento ad hoc"
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Sanita': malato Parkinson ricammina dopo "trattamento ad hoc"

Sanita': malato Parkinson ricammina dopo "trattamento ad hoc"

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(AGI) - L'Aquiloa, 22 giu. - Da 10 mesi immobile nel letto peril Parkinson, riprende a camminare a distanza di poche ore daun trattamento farmacologico praticato per la prima volta inAbruzzo. E' accaduto all'ospedale San Salvatore di L'Aquiladove, nel reparto di Clinica neurologica, un uomo di 77 anni,residente a Terni, ha ripreso a passeggiare in corsia, aiutatodalla moglie, stupita e incredula per l'eccezionale risultatotra la grande soddisfazione di tutto il team di specialisti. Siparla di un trattamento contemplato gia' da alcuni anni nellelinee-guida internazionali ma finora mai attuato in Abruzzoperche' richiede una specifica e lunga preparazione dellospecialista, grande accuratezza e manualita' nell'esecuzione,minuziosa preparazione del paziente. In cosa consiste ilsistema di terapia messo in atto nel reparto di Clinicaneurologica dell'ospedale San Salvatore diretto dal prof.Carmine Marini? Attraverso un piccolo foro sulla paretedell'addome viene inserita una cannula fino al duodeno (unsegmento dell'intestino tenue) tramite cui viene somministratoun farmaco relativamente recente, duodopa che, rispetto altrimedicinali attualmente usati, assicura un alto grado diefficacia sul paziente per tutta la giornata. Questotrattamento, descritto per semplicita' con poche parole -spiega una nota dell'ufficio stampa della Asl aquilana -richiede in realta' una notevole esperienza dell'endoscopista,che nel reparto e' il dr. Loreto Lombardi, e un lungo iter diformazione. Esperienza indispensabile per eseguire le delicatemanovre manuali necessarie per introdurre una cannula (per lasomministrazione del farmaco) e altri strumenti all'internodell'addome. Operazione che pero', prima di essere eseguita,richiede una fase di preparazione molto impegnativa cheriguarda la definizione delle dosi del farmaco da inoculare ela 'taratura' dei parametri tecnici da adattare al singolo casodi Parkinson. A questa terapia (di secondo livello) si ricorrequando altri farmaci sono stati precedentemente utilizzatisenza successo. Nel caso specifico, il paziente di 77 anni nonaveva risposto alla terapie correnti e, conseguenza tipica deifarmaci tradizionali somministrati per questa malattianeurologica, aveva avuto per molti mesi gravi effetticollaterali, tra cui allucinazioni, confusione mentale enarcolessia (eccessiva sonnolenza). Fattori che avevano causatonel malato, ricoverato in reparto, uno stato pressoche' totaledi immobilita' che si e' protratto per quasi un anno. Neigiorni scorsi, gli specialisti della clinica neurologica hannoeffettuato il trattamento nelle prime ore della giornata e gia'attorno alle ore 13.00 dello stesso giorno il malato e'riuscito, con l'aiuto del personale del reparto, a mettersi inpiedi e subito dopo, sostenuto e accompagnato dalla moglie, acamminare in corsia. "Questo tipo di terapia", dichiara ilprof. Marini, "non e' nuovo ma, per l'estrema delicatezza dellemanovre, la precisione nell'introduzione al centimetro dellasonda nell'intestino e l'accurata preparazione, necessita diendoscopisti con un ricco bagaglio di esperienza e,naturalmente, di un reparto come il nostro che dagli anni 70 e'punto di riferimento per l'Abruzzo e non solo e che dispone ditutti i requisiti - strumentali, logistici e professionali -per garantire prestazioni di alta qualita'. Questo spiega ilmotivo per cui siamo i primi in Abruzzo a praticare questotrattamento". Ogni anno al San Salvatore, a livelloambulatoriale, per il Parkinson vengono effettuate circa 400prestazioni, di cui 130 su pazienti provenienti da altreregioni come Lazio, Umbria, Marche nonche' realta' sanitarie dialtre province della regione. Il team medico, diretto dal prof.Marini, e' composto: Massimo Baldassarre, Simonetta Mearelli,Rocco Totaro, Patrizia Sucapane e Simona Sacco. (AGI)Ett
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