(AGI) - Citta' Sant'Angelo (Pescara), 10 ago. - A distanza di un anno dalla morte di Gabriel Di Giorgio, il ragazzo investito a Citta' Sant'Angelo il 12 agosto dello scorso da un automobilista napoletano lungo viale Petruzzi, nei pressi del complesso "Rosso di sera", e' stata organizzata una fiaccolata in suo ricordo. La manifestazione avra' inizio domani, in via Collina 29, a Citta' Sant' Angelo, alle ore 21:00. Per la ricorrenza il padre di Gabriel ha scritto una lettera con questo incipit: "Quanto e' crudele la giustizia umana...". "Un ragazzo di 18 anni muore...falciato sull'asfalto, tolto all'amore dei genitori e dei suoi amici, gli viene sottratta con violenza la vita, gli vengono tolte per sempre le speranze, il futuro ed ogni cosa bella che la vita gli avrebbe riservato, muore nel fiore degli anni e come sacrificio estremo dona gli organi concedendo ad altri esseri umani 'condannati' di continuare a vivere. Un ragazzo di 20 anni ineducato alla vita, un ragazzo senza valori umani e civici, (...e' scappato senza prestare aiuto) un ragazzo avvezzo a vivere ai limiti della legalita' (con alto tasso alcolemico e sotto effetto di sostanze) un ragazzo che ha dimostrato di non apprezzare la vita altrui mettendosi alla guida della sua auto in condizioni inaccettabili, un neo patentato che confonde la strada con i video giochi, dove per vincere bisogna abbattere tutti quelli che incontra lungo la strada, questo ragazzo - osserva il papa' delal vittima - viene condannato ad una pena minima...senza che abbia potuto scontare la sua pena, la sua misera pena, quella pena che le nostre leggi hanno l'infamia di chiamarla 'giusta' solo perche' un giudice l'ha applicata con una normalita' scandalosa, come si recita la prima quartina di un sonetto, concedendo al ' condannato' di evitare anche un solo giorno di galera...senza che abbia potuto vivere l'incubo del carcere...nemmeno per un'ora...come puo' un ragazzo di 20 anni capire cio' che ha fatto senza espiare, senza portare il peso e l'infamia della galera, e puo' continuare a vivere la sua vita. Ecco questa e' la giustizia. Si puo' comprendere quindi - si legge nella lettera - la rabbia ed il rancore...non vendetta...ma giustizia! E' passato un anno, giorni e notti senza senso, le ore cancellano i minuti trascorsi come i giorni cancellano le ore.E' una lotta senza respiro dove nemmeno il tempo ha poteri, il tempo non riesce a cancellare ma nemmeno sbiadire ogni singolo ricordo...in casa e non...tutto ci parla di lui..ogni oggetto che lui ha posseduto o solo toccato per noi diventa sacro come se nel toccarlo potessimo sfiorare lui e questo accade in ogni istante della giornata. Per noi - sottolinea il papa' del ragazzo - e' importante che Gabriel non venga dimenticato, che viva negli occhi di noi tutti e che chiunque l'abbia conosciuto porti con se in ricordo, il suo bellissimo sorriso, spento dall'incoscienza. Noi abbiamo intenzione di creare per lui un qualcosa che possa farlo vivere 'in eterno' ben oltre la nostra esistenza, e se un bimbo chiedera' a suo padre babbo ma chi era Gabriel? Gabriel? Era uno splendido ragazzo sfortunato come sfortunati sono stati i suoi genitori e tutta la sua splendida famiglia. Non vi e' perdono...non ci puo' essere perdono - scrive ancora il papa' del ragazzo - perche' quello che e' successo a Gabriel non ha i limiti di un incidente, non c'e' nulla di accidentale?e poteva benissimo essere evitato. Ma se esiste un Essere che ci guida e ci sorveglia come ci hanno insegnato al catechismo, come ha potuto distrarsi in quel modo come ha potuto permettere uno scempio cosi' grande, chi voleva punire? Noi? Gabriel? Che peccato abbiamo fatto per una condanna cosi' dura? E quel giudice di noi non ha avuto pieta', quel giudice no, a noi non e' stato concesso il privilegio del 'patteggiamento'. Gabriel suonava il piano e prima di morire ha scritto una melodia per la mamma". Il papa' fa quindi sapere che lo spartito ed il video del suo maestro che suona la sua melodia lo ha postata su Facebook "perche' - conclude la lettera - tutti la devono sentire e piangere come sto facendo io in questo momento". (AGI)
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