Lavoro: caporalato in fabbrica nel Chietino, due arresti
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Lavoro: caporalato in fabbrica nel Chietino, due arresti

Lavoro: caporalato in fabbrica nel Chietino, due arresti

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(AGI) - Lanciano (Chieti), 19 mar. - Operai stranieri,soprattutto romeni, ridotti in condizione di schiavitu' in unafabbrica di saldature di Roccascalegna (Chieti) dopo esserestati arrivati dalla Romania con la promessa di un lavoro. Conl'accusa del reato di sfruttamento illecito di manodopera, ilfamigerato 'caporalato', la Procura di Lanciano ha ottenuto duecustodie cautelare in carcere dal gip del tribunale MassimoCanosa. I due arrestati ritenuti responsabili delle pessimecondizioni di lavoro e di vita di undici operai romeni sonoRoberto Sandionigi, 57 anni, gestore della fabbrica e titolaredi un'agenzia di lavoro a Pescara con la quale 'regolarizzava' gli operai, e di Gheorghe Barbolescu, 58 anni, di nazionalita' romena, accusato anche di minacce e lesioni, che si occupava digestire gli operai schiavizzati e di reclutarli in Romania conla promessa di un lavoro pulito in Italia. "Si tratta di unadelle prime applicazioni in Italia del reato di caporalatointrodotto nel 2011 - ha detto il procuratore di LancianoFrancesco Menditto - che in precedenza era stato applicatosoprattutto nei lavori di agricoltura". La fabbrica, che sitrova nella zona industriale di Roccascalegna, e' statasequestrata. Gli arresti, eseguiti dagli agenti delCommissariato di Lanciano, sono scattati tra ieri sera e questamattina. Sandionigi e' stato trasferito nel carcere di Pescara,Barbulescu - con precedente per detenzione illegale di arma dafuoco - in quello di Teramo. "Dateci almeno 20 euro percomprare un po' di pane, abbiamo fame": e' la richiesta che unodegli operai schiavizzati fa al telefono di uno degliarrestati, l'italiano, intercettato dalla polizia di Lancianoche ha portato avanti l'attivita' investigativa per un anno."E' stata un'inchiesta molta delicata e complessa, le indagininon si fermano qui - ha aggiunto Menditto in conferenza stampa- del fatto abbiamo informato la Procura nazionale antimafia".Gli operai venivano ospitati in delle abitazioni delcircondario per cui veniva trattenuta una quota sullostipendio, "che praticamente non percepivano mai", hasottolineato il vice questore di Lanciano, Katia Basilico.Alcuni dormivano direttamente dentro la fabbrica in dellestanze senza finestre, cucinando nei bagni. Lavoravano inassenza pressoche' totale di sicurezza sul lavoro, anche didomenica. Venivano minacciati e picchiati, anche con unapistola, dal caporale rumeno: uno degli operai, picchiato peraver richiesto la paga del suo lavoro, ha camminato 15chilometri a piedi per raggiungere il pronto soccorso piu'vicino per farsi curare.(AGI)Ch2/Ett
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