Discarica Bussi: venerdi' la sentenza della Corte d'Assise
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Discarica Bussi: venerdi' la sentenza della Corte d'Assise

Discarica Bussi: venerdi' la sentenza della Corte d'Assise

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(AGI) - Chieti, 16 dic. - E' giunto alle battute finali ilprocesso davanti alla Corte d'Assise di Chieti riguardante lamega discarica di Bussi, cioe' 25 ettari di rifiuti tossiciinterrati che avrebbero inquinato le acque del fiume Pescara ele sorgenti dell'acqua pubblica della Val Pescara. Venerdi'dopo la replica della difesa i giudici si ritireranno in cameradi consiglio per la sentenza. "L'acqua contaminata - si leggenella relazione dell'Istituto superiore di sanita' - e' statadistribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila personesenza controllo e persino a ospedali e scuole". Gli imputatisono 19, quasi tutti ex amministratori e vertici dellaMontedison, accusati di avvelenamento delle acque e disastroambientale. Ventisette le parti civili, tra Regione, ministero,presidenza del Consiglio, Comuni, associazioni e ambientalisti.Diciotto le richieste di condanne ed una di assoluzione. Lepene chieste dai pm del Tribunale di Pescara Giuseppe Bellellie Anna Rita Mantini variano da 4 a 12 anni e otto mesi. Ammontainvece a un miliardo e 880 milioni di euro il risarcimentochiesto dall'Avvocatura generale dello Stato. "E' stato unprocesso - commenta il legale del Wwf Tommaso Navarra -caratterizzato da una fase preliminare lunghissima e da alcunipassaggi in Cassazione. Ora siamo alla conclusione.Indipendentemente dall'esito del giudizio, che spettaunicamente alla Corte, il fatto che si arrivi a una sentenza inAssise rappresenta gia' di per se' una importante vittoria peril movimento ambientalista che aspetta da anni un accertamentodi verita' su quella che e' considerata la piu' grandediscarica abusiva di rifiuti tossici d'Europa. Sara' comunqueuna sentenza storica". L'avvocato Navarra, inoltre, aggiungeche "le difese hanno sostenuto l'assenza di un pericolo, io michiedo allora perche' sono stati chiusi i pozzi: c'era o nonc'era un pericolo?". "I tempi certi e rapidi con i quali ilpresidente Romandini e il giudice a latere Di Geronimo hannogestito le udienze - sottolinea il delegato regionale del WwfLuciano Di Tizio - hanno consentito al processo di nonrallentare ed e' pure questo un importante risultato". Erastato proprio il Wwf, nel 2007, a rendere per primo di dominiopubblico la notizia della presenza di contaminanti nell'acquapotabile. "Le nostre denunce - ricordano Luciano di Tizio e ilconsigliere nazionale Dante Caserta - hanno avuto un pesodeterminante nella vicenda. Il processo di Bussi, al di la' diquelle che saranno le decisioni dei giudici, ha avuto comunqueil merito di ristabilire la verita' dei fatti e questo, dopoanni di attesa, e' gia' un importante passo in avanti anche senon ci stancheremo mai di ripetere che la vera e completagiustizia ci sara' solo con una bonifica che restituisca, aspese di chi ha inquinato, un territorio sano agli abruzzesi".(AGI)Pe2/Ett
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