Roma - Via libera della Camera alla riforma dei partiti. I voti favorevoli sono 268, quelli contrari 36, 112 gli astenuti. La proposta di legge passa ora all'esame del Senato. Hanno votato a favore i partiti che sostengono il governo, si sono astenute quasi tutte le altre forze politiche, compresi i 5 stelle, Forza Italia e Lega. Il provvedimento, che passerà ora all'esame del Senato, introduce norme piu' stringenti sulla trasparenza e sulla democrazia interna dei partiti e dei movimenti politici, interviene sulle regole interne e sulla selezione delle candidature, disciplina l'utilizzo del simbolo e le decisioni a carico dei singoli iscritti, come ad esempio i provvedimenti di espulsione o sospensione. La riforma, tuttavia, non contiene norme punitive che prevedono l'esclusione dalle elezioni se i partiti o movimenti non si dotano dello statuto o non si iscrivono al registro dei partiti, come disponevano invece alcuni testi iniziali, tra cui quello del vice segretario Pd Guerini.
Riforma dei partiti, M5S 'salvo' ma più regole e trasparenza
Tutte misure che, durante l'iter in commissione, sono state di volta in volta rinominate norme 'salva M5S' o 'salva-Pizzarotti' o, ancora, norme 'anti-M5S', a seconda che andassero a penalizzare o favorire il Movimento 5 Stelle, privo di statuto o di un regolamento interno e non iscritto al registro introdotto dalal legge sullo stop ai finanziamenti pubblici. Fatto sta che, tranne in materia di fondazioni e finanziamenti, i pentastellati non hanno messo in atto alcuna azione netta di contrasto al provvedimento, scegliendo la via piu' 'morbidà dell'astensione. Tanto da sollevare le critiche delle altre forze di opposizione, Sinistra italiana in testa, che hanno puntato il dito contro "il patto" siglato tra grillini e Pd. (AGI)