Quali saranno i primi passi del nuovo governo
Dall'inizio del lavoro sulla manovra alla nomina di sottosegretari e viceministri, cosa c'è nell'agenda dell'esecutivo dopo la fiducia

A palazzo Chigi l'urgenza viene data alla nuova interlocuzione con la Ue e alla revisione del patto di stabilità, affinché si metta fine alla politica dell'austerità e inizi una fase per arrivare ad un'Europa più solidale. La scelta di Gentiloni nel ruolo di commissario è uno dei tasselli per arrivare all'obiettivo, poi sarà anche il premier Conte a giocare in prima persona la partita. Il presidente del Consiglio ieri ha ricevuto il neo ministro Gualtieri per avviare il percorso della legge di bilancio, ma per approntare la prossima Finanziaria sarà decisivo l'apporto di Bruxelles che dovrà concedere a Roma quella flessibilità necessaria.
La svolta del governo giallo-rosso prevede un rapporto non più conflittuale con i vertici europei, ma il premier da sempre si definisce europeista critico. Ed è proprio con l'Europa che si insisterà pure sulla necessità di cambiare i trattati di Dublino, affinché arrivi un cambio di passo sull'immigrazione - ieri il premier ha visto nella sede del governo il responsabile del Viminale Lamorgese - per la redistribuzione dei migranti non più su base volontaria.
Per quanto riguarda il fronte interno, i primi passaggi ci saranno nella lotta alla burocrazia. La novità del Conte bis è stata l'introduzione del dicastero dell'Innovazione ed il premier ha intenzione di portare avanti la battaglia sulla semplificazione normativa. Così come sugli investimenti e la crescita: riprenderà il lavoro delle cabine di regia, a partire da Investi Italia, che si sono costituite a palazzo Chigi proprio per accelerare in questa direzione. Altro tema è quello dell'ambiente: si punterà a liberare risorse aggiuntive ad hoc per puntare a sbloccare nuovi posti di lavoro.
Il presidente del Consiglio sta lavorando tra l'altro al discorso che pronuncerà alla Camera lunedì, in occasione del voto di fiducia al suo governo. I principi elencati rientrano tra i punti messi nero su bianco, con Conte che rimarchera' non solo la discontinuità in alcune proposte politiche che verranno portate avanti e sul modo di lavorare senza piu' litigi e conflittualità (la 'querelle' sul tema delle concessioni autostradali a palazzo Chigi viene relegata a mero fraintendimento, "fa fede il programma scritto", viene sottolineato), ma anche la continuità nel modo di porsi riguardo alla necessaria correttezza istituzionale e ad un lavoro che secondo il premier deve essere improntato sempre piu' al servizio dei cittadini.
Dopo la fiducia alla Camera lunedì e quella al Senato martedì, il Conte bis muoverà quindi i suoi primi passi. Ma c'è attesa anche sui passaggi iniziali di M5s e Pd. Lunedì la capigruppo di Montecitorio definirà solo l'iter del voto di fiducia, poi mercoledì è prevista una nuova riunione durante la quale i pentastellati chiederanno subito la calendarizzazione del taglio del numero dei parlamentari mentre i dem puntano ad approntare prima il testo della riforma della legge elettorale di tipo proporzionale.
Facce nuove anche per il sottogoverno
Sullo sfondo c'è poi la partita dei sottosegretari e dei viceministri. Se ne stanno occupando sottotraccia i mediatori delle due forze politiche che hanno trattato sull'esecutivo. Ma la corsa affannosa ad un posto nel sottogoverno è già partita e sono in tanti ad essersi accreditati per arrivare all'obiettivo. Il pressing nei confronti di Di Maio si accentuerà nella prossima settimana ma il capo politico M5s ha fatto intendere che i nomi verranno condivisi nei gruppi parlamentari. In ogni caso la premessa è che si cercheranno nuovi profili. Tuttavia la partita rischia di essere rallentata dalle 'diatribe' interne ai partiti. Il completamento della squadra così potrebbe slittare e arrivare anche a metà mese.
Per i Cinque stelle si pensa ad una riconferma di alcuni esponenti che hanno lavorato nella fase giallo-verde, da Buffagni (potrebbe andare al Mit) a Castelli a Crimi, forse Santangelo. Altri sottosegretari - soprattutto quelli finiti sulla 'graticola' qualche mese fa - come Dell'Orco e Crippa potrebbero cedere il passo. Tra le 'new entry' si fanno i nomi di D'Uva (forse ai Beni culturali) e Sileri (Sanità) nel ruolo di viceministro. Mentre incarichi di sottosegretari potrebbero essere destinati a Ruocco, Calabretta, Lupo, Brescia, Grassi, Gallo, solo per fare alcuni nomi. Si sussurra anche che l'ex ministro Trenta potrebbe essere della partita.
In ballo c'è anche la scelta dei due capigruppo: alla Camera arriverà a fine mese; al Senato prima con Patuanelli che è andato al Mise (il favorito è il vicario Perilli, lunedì è prevista la scelta del nuovo direttivo).
Tante le candidature anche nel Pd: nel ruolo di viceministro Misiani potrebbe approdare al Mise, Ascani all'Istruzione. Circolano tra i tanti nomi quelli di Manzella, Mauri, Braga, Malpezzi, Margiotta, Del Barba.
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