Sfida Renzi-Camusso, il premier "La gente e' con me"
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Sfida Renzi-Camusso, il premier "La gente e' con me"

Sfida Renzi-Camusso, il premier "La gente e' con me"

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AGI) - Roma, 30 set. - Guarda fuori del Palazzo e si diceconvinto che "la gente e' con noi e non con i sindacati".Guarda dentro il Palazzo e assicura che "non c'e alcun timoredi franchi tiratori al Senato, anche perche' ieri c'e' statauna discussione seria, lunga, al termine della quale il partitosi e' espresso chiaramente". Matteo Renzi affida alle risposteai cronisti al suo arrivo al Pd per la segreteria del partito ea un'intervista al Washington Post le sue valutazioniall'indomani della direzione che ha segnato la sua vittoriasulla minoranza sul fronte della riforma del lavoro. "Ora si tratta di definire il documento nelle variefattispecie", riconosce il presidente del Consiglio ribadendoche "noi possiamo e dobbiamo cambiare". "Dopo anni distagnazione, io penso che sia il momento che l'Italia realizzile cose che stiamo aspettando da anni", aggiunge il premier. Anche oggi Renzi ribadisce che "il mercato del lavoro e'fermo da anni a causa di una legislazione vecchia. Se seigiovane, e' impossibile capire perche' si tratta di un sistemafocalizzato sul passato. Nell'era digitale non si puo'continuare con i vecchi schemi". E dunque "il sistema futuro inItalia richiedera' una forte riduzione delle leggi. In secondoluogo e' importante permettere a un imprenditore di scegliereun lavoratore e, se necessario, licenziarlo", torna a dire ilsegretario Pd. "Il governo - assicura - sosterra' il lavoratorelicenziato con un programma di formazione e, al termine delprogramma, trovare un lavoro con una agenzia nazionale". FI resta sulle barricate. "In che direzione stiamo andando?Non e' ancora chiaro - lamenta Paolo Romani - se Renzi vogliafare passi avanti o indietro rispetto all'attuale normativa suilicenziamenti disciplinari: la legge Fornero dispone, infatti,in casi diversi dall'insussistenza del fatto, soltanto ilrisarcimento e non anche il reintegro. Fino a quando non avremoun testo chiaro su cui discutere la legge delega resta, anostro avviso, confusa e imprecisa". "Sara' l'ennesimoimbroglio, l'ennesimo trucco, e non ce lo meritavamo", concordaRenato Brunetta.- Sulla legge delega che contiene la riformadel lavoro, l'aula del Senato potrebbe iniziare a votare damartedi' mentre il governo potrebbe presentare un emendamentoche contenga l'ordine del giorno approvato dalla direzione Pddi ieri. Non cede le armi Stefano Fassina: "La minoranza del partitonon e' divisa", assicura. "Ci sara' da parte dei senatori lavolonta' di portare avanti gli emendamenti", ricorda. "I numeriin direzione - rileva ancora l'esponente della minoranza Pd -erano scontati e il risultato era scontato. I voti di chi hadetto no e gli astenuti faranno lo stesso percorso". Insomma,conclude, "il passaggio di ieri e' solo una tappa". Osserva da lontano la situazione Susanna Camusso, con lacertezza che il premier, questa volta, si sbagli proprio suquello che e' il suo forte: il consenso nei sondaggi. Se e'cosi' sicuro di avere l'appoggio popolare, motteggia,lasciameglielo pure credere. Le cose sono in ben altro modo.Intanto resta confermata la data del 25 ottobre per losciopero. Poi, siccome il ping-pong delle battute deve finire conl'ultima parola affidata ad uno solo, torna a parlare ilpremier. "Loro in piazza, noi alla Leopolda. Che bello",esplode nel suo solito stile. Quanto a D'Alema, "ogni volta cheparla io guadagno un punto nei sondaggi. Se non ci fossedovrebbero inventarlo. E la approvazione della riforma dellavoro e' solo questione di pochi giorni. Io tiro dritto". .
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