“Macché Responsabili! Noi vogliamo essere la nuova Forza Italia, saldamente nel centrodestra, all’opposizione del governo Conte”. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Paolo Romani, ex dirigente Publitalia, berlusconiano della primissima ora, in Parlamento dal 1994, già ministro dello Sviluppo e oggi è senatore forzista che in agosto ha aderito al movimento Cambiamo! di Giovanni Toti, aggiunge anche: “Non faremo da stampella a questo governo né ad altri di centrosinistra” ma se poi “ci saranno provvedimenti che condividiamo, voteremmo a favore come ha sempre fatto anche Forza Italia”.
Romani dice anche di star lavorando “per costruire un gruppo di ex forzisti che non vogliono più stare in un partito che ha deciso di rinunciare a rinnovarsi e si sta consegnando mani e piedi alla Lega di Salvini”. In Senato, fa i conti Romani, “siamo in 5, altri ne arriveranno: faremo un gruppo con più di 10 senatori”, assicura.
L’idea è quella di ripartire dal 19 giugno, cioè da quando “Berlusconi diede mandato a Toti e Carfagna di rinnovare il partito.”, poi però – chiosa –“sappiamo com’è finita”. E se Fi non è rinnovabile da dentro, allora “lo faremo da fuori, dando una casa a tutti i delusi” promette Romani. E a partire proprio da Carfagna, assicura, “che da tempo dà segni di malcontento”.
Romani assicura anche che “il centrodestra non è tutto destrorso e sovranista, ci sono tanti che voterebbero ancora un partito liberale di massa, che sappia però ritrovare una linea precisa e un’identità”, ma purtroppo il piano di Berlusconi, “come ha ammesso in un paio di uffici di presidenza, è confluire nella Lega”. Anche se “sarà un’annessione” chiosa il senatore.