Il tessuto economico di Roma nel 2030 si reggerà sul turismo "povero" con alcuni "segmenti di lusso". Ed un settore tradizionalmente forte in città come l'edilizia "sopravviverà solo se si concentrerà sulle ristrutturazioni". Mentre il comparto bancario e la pubblica amministrazione saranno in "ritirata".
Sono alcune delle conclusioni della ricerca "Roma 2030" condotta dal sociologo Domenico De Masi per la Camera di Commercio di Roma e presentata questa mattina al Tempio di Adriano di fronte alla sindaca Virginia Raggi e ai vertici delle associazioni di categoria cittadine. La ricerca è stata realizzata invitando 11 esperti di altrettanti settori che riguardano la vita cittadina e sottoponendogli un questionario composto da 15 domande con risposte aperta.
La crescita della Capitale nel prossimo decennio, si legge nel testo, dipenderà "dalla spesa pubblica e dall'andamento del turismo" che però a sua volta "dipenderà da un miglioramento delle infrastrutture". In questo senso sono attesi investimenti in vista del Giubileo del 2025. Le realtà bancarie e le grandi aziende, però, "tenderanno a spostarsi a Milano". La concorrenza nel territorio nazionale riguarderà sia il Nord, con Milano, sia il Sud con Napoli.
Ma chi abiterà la Capitale nel 2030? Secondo la ricerca di De Masi "il rapporto tra migranti ed autoctoni continuerà ad essere dominato dalla narrazione negativa dei media e della politica", con "l'integrazione più difficile che riguarderà le seconde e terze generazioni. Mentre i flussi di giovani romani che emigreranno "riguarderanno la parte elitaria e più istruita" in cerca di territori "che offrono un lavoro più dignitoso e meglio retribuito" e di "mega city dell'economia globale".
La città, per la ricerca, continuerà a vivere "problemi sociali acuti" legati ad immigrazione, disoccupazione giovanile, impoverimento, emigrazione intellettuale dei giovani, presenza dei Rom e sanità pubblica. Un segnale di riscatto potrebbe arrivare dal comparto arte e cultura, dove il testo prevede "una voglia diffusa di rivalsa e rinascita" dopo "la fase di stallo in cui versa da alcuni anni la cultura a Roma".
"Scenario apocalittico, dispiace essere accostata a miei predecessori" "Difficile intervenire dopo uno scenario dipinto in maniera così apocalittica. Devo dire che mi è dispiaciuto un po' essere accostata ai miei predecessori ma tentiamo comunque di dare un impulso positivo a questa discussione" È il commento della sindaca di Roma Virginia Raggi nel corso del suo intervento al Tempio di Adriano per la presentazione della ricerca Roma 2030. "Nessuna Capitale al mondo ce la può fare se non ha alle spalle un governo che crede in lei - ha aggiunto - e io penso che questo governo lo stia dimostrando. Tanto è vero che questo tema, lo sviluppo di Roma Capitale, è stato messo nel contratto di governo. Nessuno vuole battere cassa: io mi sono spesa per la richiesta di competenze, alle quali seguiranno naturalmente fondi specifici".