Alleanze politiche e non sulla base di un 'contratto'. Un Parlamento messo nelle condizioni di lavorare per l'intera legislatura, perché un continuo ritorno anticipato alle urne non fa bene al Paese, così come non fa bene al Paese una campagna elettorale permanente. Una politica, e quindi i partiti, che sappiano definire la propria agenda basandosi sulle esigenze dei cittadini e non sulla gara a chi ottiene piu' 'like' sui social o a chi è più presente in televisione. E, soprattutto, un no secco all'uomo solo al comando.
Roberto Fico, 'complice' il tradizionale scambio di auguri con l'Associazione della stampa parlamentare prima delle festività natalizie, sveste - solo per alcuni minuti - i 'rigidi' panni istituzionali e, nel rispondere alle domande dei giornalisti, si 'concede' alcuni passaggi più 'politici'. Senza mai entrare a gamba tesa nel dibattito interno alla maggioranza che sostiene il governo, senza mai dare un'indicazione definita su ciò che esecutivo e partiti dovrebbero fare - se non quando torna a bacchettare il governo sull'eccessivo ricorso al voto di fiducia o sui tempi troppo ristretti per l'esame della manovra in Parlamento - il presidente della Camera non lesina 'consigli' per affrontare il momento delicato che la maggioranza sta affrontando.
"No alle campagne elettorali permanenti"
Partendo dal sondaggio che descrive gli italiani affascinati dall'idea dell'uomo forte, Fico mette in guardia dai rischi e richiama tutti all'alto valore della democrazia, che sì certo, ha i suoi tempi, ma sono quelli che fanno in modo di dare risposte al Paese. "Dobbiamo saper dare come Parlamento delle risposte democratiche, e un tempo minimo" per farlo "sono 5 anni di legislatura e non va bene che ogni due anni e mezzo o tre anni la legislatura cada, perché non fa bene al Paese, in quel modo si sfilaccia il rapporto tra Stato e cittadini".
Non solo. Per Fico la politica non può essere "schiava di slogan comunicativi che nulla hanno a che fare con la realtà, non possiamo stare in campagna elettorale permanente. Non è pensabile in alcun modo che siamo legati al numero di presenze in tv, sui social, a chi riesce a dettare tramite slogan l'agenda politica del paese".
Quindi, Fico mette in guardia: "L'uomo solo al comando non ha mai risolto niente". Anzi, "dopo, la democrazia ha dovuto risolvere i problemi" creati proprio dall'uomo solo al comando. Insomma, non esistono "i salvatori della Patria". Ma, sicuramente, la politica deve fare la sua parte. Anche l'attuale maggioranza. Senza appunto entrare nel merito del dibattito in corso ("sta alla maggioranza decidere come fare il suo percorso"), il presidente della Camera indica quale potrebbe essere una soluzione: "L'alleanza secondo me deve essere sulla visione del Paese".
"Alleanza vuol dire condivisione"
Nel giorno in cui lo stesso premier Giuseppe Conte rilancia per gennaio un "percorso" condiviso con le forze di maggioranza per stilare le priorità, e il segretario del Pd Nicola Zingaretti insiste sulla necessità che a gennaio si lavori alla definizione di un'agenda comune, perché "alleanza vuol dire condivisione", Fico sostiene che "alleanza" significa "riuscire a comprendere la direzione e costruirla insieme, perché abbiamo già visto che la forma 'contratto' non funziona, allora io auspico che ogni maggioranza abbia una visione politica del futuro" su come realizzare "i temi".
Quanto ai singoli nodi che stanno dividendo i giallorossi e che mettono a dura prova la tenuta della maggioranza, Fico si tiene fuori dall'agone politico, ma non manca di sottolineare che, ad esempio sulla prescrizione, "il Parlamento deve fare la sua strada" ed "è giusto coniugare" la riforma della prescrizione con la giusta durata dei processi. O sul Mes, spiegando che è giusto affrontare la questione di un'Europa "moribonda che va riformata".
O, infine, sulle Fondazioni, che per Fico devono assicurare "la trasparenza al cento per cento come i partiti". Infine, il presidente della Camera rivolge alle 'Sardine' un "consiglio non richiesto: in questa fase storica è bene che ci sia un movimento libero, lontano dai partiti e dalle 'sirene' della comunicazione". In chiusura, la terza carica dello stato ribadisce la sua solidarietà alle tante realtà dell'informazione in crisi, con il rischio licenziamenti, e ricorda che "la libertà di stampa è un faro della nostra Costituzione".